Sono cinque i beni culturali che verranno raccontati per Monumenti Aperti ad Elmas, un territorio ricco di
testimonianze storiche. Qui si trovano tracce di insediamenti nel Neolitico recente (4000 a.C.) e una
stazione nuragica datata 1300 a.C., ma anche risultanze archeologiche di un fiorente periodo punico
trovate nella località “Moguru”, lungo la laguna di Santa Gilla. Nel periodo romano, e più tardi in età
feudale, esistevano nel territorio almeno tre centri abitati: Semelia (o Simbilia o Similia), Moguru e Sa Mura.
Sotto gli Aragonesi, il centro abitato ha acquistato sempre più le caratteristiche di una “villa”,organizzata
sotto il profilo amministrativo (il documento più antico risale al 1341).
Nel XIV secolo il territorio di Elmas fu teatro di importanti eventi: qui si combatté una storica battaglia tra il principe Alfonso di Aragona e i Pisani, che segnò l’inizio della dominazione aragonese in Sardegna. Più tardi, durante il dominio degli Spagnoli, villa di Mansum fu assalita dai pirati, saccheggiata e distrutta. Fu poi ripopolata nel 1600. Il Comune di Elmas, con regio decreto del 1937 fu soppresso e aggregato al Comune di Cagliari. Solo nel 1989 Elmas, per volontà degli Elmensi mediante referendum, ha riacquistato la propria autonomia comunale.
Aperti alle visite guidate gli “scavi Romani”,in via Cisterna Luco, al Parco Tanca Linarbus. La forte
antropizzazione dei popoli punici, spinti allo stanziamento nel territorio dalle acque pescose dalla
produzione del sale, ha lasciato traccia lungo lo stagno di Santa Gilla. Nacquero così numerosi nuclei
abitativi, costituiti da capanne per pescatori, e si sviluppò nel corso dei secoli, a partire dalla dominazione
romana, una sorta di villaggio organizzato al servizio di alcune famiglie patrizie che nei dintorni avevano
fissato la loro residenza. Proprio in quel periodo videro la luce i tre centri abitati di Semelia, Moguru e Sa
Mura.
Visite anche al Cimitero Storico Comunale, che custodisce due pregevoli sculture in bronzo dell’artista
Franco D’Aspro, una delle quali ad ornamento della sua tomba. Lo scultore, noto per essersi ispirato ai
bronzetti nuragici come per la caravella del Santuario di Bonaria a Cagliari, aveva scelto di lavorare gli ultimi anni della sua vita proprio a Elmas. Nel cimitero riposano alcuni cittadini saliti alle cronache per vicende che fanno parte della memoria della comunità di Elmas e della Nazione: i caduti in guerra, ai quali D’Aspro ha dedicato una sua opera, le 21 vittime dell’alluvione de “Sa Onda Manna” del 1946, i ragazzi Giovanni Melis e Giuseppe Aiana, morti sotto le prime bombe sganciate da aerei americani in Sardegna il 7 marzo 1943.
Altro sito al centro del fine settimana di visite guidate è la Chiesa di Santa Caterina, in località Santa
Caterina di Semelia. Durante il periodo medioevale il sito della piana di Santa Caterina era chiamato
villaggio di Semelia. Zona strategica per la vicinissima presenza dello stagno, approdo facile e sicuro e fonte di ricchezza produttiva per la pesca e la raccolta del sale, Santa Caterina ha conosciuto frequentazioni fin dal periodo neolitico, testimoniate con ritrovamenti archeologici, anche nel periodo nuragico, in quello fenicio – punico e durante la dominazione romana nell’isola.
Nel centro del paese è aperta alle visite Casa Suella, un bell’esempio di architettura del Campidano che
mantiene ampio portale tipico della civiltà contadina. Nella casa Suella è adottato il sistema finestrato, una novità rispetto alla tradizionale casa a corte campidanese che sino al XIX sec. non prevedeva finestre sulla strada. Interessanti gli elementi formali e decorativi dello stile Liberty, che dagli inizi del XX secolo vengono accolti anche nei piccoli centri.
Il quinto monumento aperto è la Chiesa di San Sebastiano, in piazza di Chiesa, in pieno centro, emblema
della dominazione spagnola e della vita religiosa dell’intera comunità. Eretta nel XVI secolo, restano a
memoria di quel periodo solo le volte a crociera delle ultime due cappelle. Circa due secoli dopo, la chiesa è arricchita dall’altare del presbiterio e dalla tela con la Madonna del Carmine, conservata nella sacrestia.
Raggiungendo la chiesa di San Sebastiano di Elmas si viene accolti dalla sua facciata neoclassica, realizzata nel 1931. L’ampliamento è del 1880, quando vengono aggiunte quattro cappelle, l’abside e il campanile.
Significativo il portale, decorato da don Antonio Desogus nel 1968. All’interno, l’edificio è composto da
un’unica navata dalla quale si accede alle cappelle: l’atmosfera che si respira è quella di una spiritualità
accogliente e benevola.
Previsto anche un itinerario dal titolo “Da Tanca Linarbus a Santa Caterina, 3000 anni di storia di Elmas” a
cura della guida regionale di Trip Sardinia Claudia Caredda e dei Volontari Servizio Civile della Pro Loco di
Elmas e del Circolo Acli di Elmas. Partenze il sabato e la domenica alle 09, 10.30, 12, 15, 16.30, 18.
INFORMAZIONI UTILI
I monumenti saranno visitabili gratuitamente,I monumenti saranno visitabili gratuitamente, sabato e
domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 18.30, salvo dove diversamente specificato. Per la visita ai
siti si consigliano abbigliamento e scarpe comode. È facoltà dei responsabili della manifestazione limitare o sospendere in qualsiasi momento, per l’incolumità dei visitatori o dei beni, le visite ai monumenti. In alcuni siti la visita potrà essere parziale per ragioni organizzative o di afflusso.
Eventuali altre indicazioni per i visitatori: Info Point, ProLoco di Elmas in via Don Sturzo 1, Tel 375 6368797, Email: proloco@tiscali.it.