“Una storia che nessuno vuol sentire, una storia troppo grande da capire…”. Con queste parole inizia la dedica appassionata di Alberto Sanna a questa grande tragedia della Marina civile italiana e a “chi comunque non si arrende e la verità pretende”.
Il brano fa parte del progetto editoriale “Kalaritana”, libro-disco edito da S’ardmusic e Abbà edizioni, pubblicato nel 2022 e che vedeva la partecipazione di un cospicuo numero di artisti ospiti per omaggiare l’opera di Alberto e le sue visioni della musica contemporanea.
La canzone venne concepita per uno spettacolo teatrale del regista Gianluca Medas che ripercorreva la tragedia del Moby Prince, un traghetto passeggeri sulla tratta Livorno – Olbia con a bordo 141 persone che prese fuoco, in circostanze ancora da chiarire, subito dopo la partenza dal porto toscano condannando a morte l’intero equipaggio e i passeggeri, lasciando un unico superstite.
Naturalmente il compito era arduo, ma alla fine nacque una gemma generata dal percorso di immedesimazione e coinvolgimento dell’autore con la vicenda e le singole storie delle vittime e dei familiari. “Era la prima volta che mi veniva affidato un compito simile, ed era anche la prima volta che scrivevo su commissione. Così ho cominciato a documentarmi sull’evento, leggendo articoli e guardando interviste, ma più cresceva la sua drammatica portata, più mi sentivo piccolo. Leggevo e prendevo appunti, ma ero sempre più smarrito e insicuro. Non sapevo da dove iniziare, mi sembrava di rubare, non era roba mia, sentivo di non avere il diritto. Avevo sempre raccontato storie vissute in prima persona e non ero mai uscito dalla mia “comfort zone” autobiografica. A un certo punto però ho avuto una specie di illuminazione, mi sono sentito come a una svolta: ho capito che dovevo fare ciò che avevo sempre fatto, raccontare una storia successa a me, semplicemente raccontando lo sgomento, il senso di vuoto e di impotenza che avevo provato nel venire a conoscenza di questa vicenda”.
Durante la produzione del disco “Kalaritana” il brano è stato oggetto di tante riflessioni sull’arrangiamento, la produzione, il taglio, ecc. Alla fine fu la visita in studio di Piero Marras, arrivato per cantare con Alberto la sua “Istrales”, a rendere la via più chiara. Piero riconobbe immediatamente le stigmate della grande canzone d’autore e la profondità musicale, lirica del brano e con estremo candore chiese di poterla cantare con Alberto… così, di getto.
La versione finale è frutto quindi della produzione artistica di Michele Palmas, degli arrangiamenti di Silvano Lobina e del contributo appassionato di Piero Marras. Oggi il brano arriva al suo compimento assoluto grazie al videoclip realizzato da EJA TV con la regia di Paolo Carboni. Un’opera filmica che imprime ancora più forza e impatto e che tiene viva la necessità di non dimenticare.
Assieme a Paolo Carboni hanno contribuito alla realizzazione: Antonio Deidda montaggio e post-produzione; Nicola Anardu e Nicola Onnis riprese. Link video: https://www.youtube.com/watch?v=bACqjDuVA1E