La mostra antologica, dedicata al backstage della cinematografia del regista e fotografo cagliaritano, sarà visitabile fino al 29 ottobre 2021.
Trent’anni di scatti fotografici, opere di videoarte e film che attraversano l’intensa attività di Giovanni Coda come regista e fotografo. Un viaggio dell’anima lungo trenta decadi ora raccolto nella mostra antologica “Giovanni Coda – 30 Exposition” dedicata all’intenso processo creativo dell’artista cagliaritano pluripremiato nel mondo.
Dopo l’inaugurazione a Quartu S. Elena, l’esposizione, curata da Roberta Vanali, farà tappa a Cagliari, Opening l’8 ottobre alle 18.30 al “Centro Fotografico Cagliari” di Cristian Castelnuovo, in via Eleonora d’Arborea 51 e si potrà visitare fino al 29 ottobre.
Una sequenza di scatti fotografici del “dietro le quinte” legati ai set dei film di Coda, dal “Rosa Nudo” fino a quelli in anteprima di “Historie d’Une larme”, che ha appena vinto proprio in questi giorni al suo debutto internazionale a Londra il Best Documentary Award al New Renaissance Film festival 2021.
“Con l’esposizione della mia antologica in corso a Quartu e il bellissimo riconoscimento a Londra come “Miglior Documentario”, questa nuova esposizione a Cagliari rappresenta un altro importante tassello dei miei nuovi trenta anni”, spiega Jo Coda.
Opere di un’artista di grande sensibilità il cui lavoro dalla forte connotazione sociale si sofferma sin dagli esordi sulle discriminazioni e sulle diversità, puntando l’obiettivo con la militanza di genere su temi e storie spesso difficili, lontane dai canoni comuni, che invitano il pubblico a riflettere tra pura poesia e coerenza senza filtri con la realtà. Dal 2020 Giovanni Coda ricopre il ruolo di Advisor nell’Advisory Council del Social Justice Film Festival & Institute di Seattle, negli USA.
La mostra “30 Exposition”, ricca e varia, mette a fuoco nella tappa cagliaritana soprattutto quella parte di lavoro fotografico di Coda dedicato ai backstage della sua filmografia, tra i quali i pluripremiati “Il Rosa Nudo”, Bulllied to death”, “Xavier”, “Mark’s Diary” e ora il più recente “Histoire d’Une Larme”.
A partire dal 1996, la grande capacità di narrare, ha consentito a Coda di ampliare la produzione fotografica in cui sono confluiti diversi linguaggi espressivi come musica, scenotecnica, grafica, regia, coreografia e danza. Una costante nella progettazione delle sue opere filmiche è quella parte dedicata al dietro le quinte, alla struttura dell’impianto fotografico e alla documentazione, parti integranti del suo personale e originale processo creativo.
Come la selezione tra le tante di scatti relativi al backstage dei suoi film come “Il Rosa Nudo”, il suo primo lungometraggio ispirato alla vita di Pierre Seel, deportato in un campo di concentramento all’età di 17 anni perché omosessuale, presentato alla 70.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica a Venezia come Evento Speciale e premiato undici volte nei festival internazionali. Tra documentario e videoarte, quest’opera cinematografica è il primo atto di una trilogia sulla violenza di genere che ricostruisce gli orrori nazisti nei confronti degli omosessuali, seguita dal lungometraggio premiato in tutto il mondo “Bullied to Death” (2015), lavoro di denuncia sociale con cui conferma il successo di critica e pubblico.
Un film che affronta una tematica particolarmente forte come quella del bullismo omofobico, nello specifico il cyberbullismo, reato ancora oggetto di studio e non previsto dalla legge. Segue nel 2017, consolidando il successo ricevuto nelle precedenti opere, il cortometraggio “Xavier”, incentrato sull’attacco terroristico agli Champs–Elysées dove trovò la morte il poliziotto Xavier Jugelé.
Nel 2019 esce il film “Mark’s Diary”, Best Director e best Art Film al NRFF di Amsterdam, e il Best Experimental Feature al Gathering Indie Film Festival di Cleveland, per citare solo alcuni dei tanti premi. L’opera si ispira a tante storie vere e al libro “Loveability” di Maximiliano Ulivieri, che affronta il tema dell’assistenza sessuale per disabili, una realtà ormai consolidata in gran parte dell’Europa e quasi sconosciuta in Italia.
Attualmente ha appena rilasciato il lungometraggio “Histoire d’Une Larme, un film travolgente e doloroso che affronta il controverso tema dell’eutanasia ispirato al libro “Ocean Terminal” di Piergiorgio Welby. “La devastazione come involucro dell’esistenza e della caducità della vita sono concetti che si ripetono spesso nel corso della sua attività artistica”, commenta Roberta Vanali. Attualmente è impegnato nella nuova produzione del film che chiude la trilogia dedicato al femminicidio “Bride In The Wind” (uscita prevista nel 2022).
Fotografo, scrittore, videoartista e regista, Giovanni Coda, classe 1964, ha all’attivo oltre 50 opere video, numerose serie fotografiche e progetti installativi esposti in Italia e all’estero. Vanta collaborazioni con artisti, musicisti e scrittori. “Un artista che ha sempre cercato modalità espressive non allineate al mercato, sperimentali, a volte perturbanti, sicuramente capaci di toccare l’anima e il cuore dello spettatore”, racconta Elisabetta Randaccio, critica cinematografica.
La mostra a Cagliari “Giovanni Coda – 30 Exposition” è organizzata dal V-art e dall’associazione culturale Labor, in collaborazione con il Comune di Quartu, il Comune di Cagliari, la Fondazione di Sardegna, la Regione Autonoma della Sardegna Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, Fondazione Sardegna Film Commission e Streen.
Dopo l’appuntamento a Quartu S. Elena e Cagliari, la mostra sarà successivamente al Temporary Storing della Fondazione per l’arte Bartoli Felter (gennaio 2022), al Mancaspazio a Nuoro a febbraio 2022, e successivamente a Oristano, Sassari, Alghero, Torino e Roma.
APZ