È un progetto che sembrava irrealizzabile quello della metanizzazione dell’isola, ma che diventa realtà dopo la recente firma del decreto Energia da parte del Governo. “E’ certamente un punto di svolta per la nostra isola, ma ci sono degli aspetti nodali nell’emanazione degli ultimi decreti sull’energia in Sardegna che non possono essere sottovalutati” -affermano Andrea Geraldo, Segretario UGL Chimici Cagliari e Massimo Ledda, segretario Ugl Chimici Sardegna- Parrebbe infatti che la Regione Sardegna sia stata completamente bypassata dal Governo, e che non abbia quindi la possibilità di effettuare, attraverso l’emanazione di una legge regionale, l’idonea valutazione ambientale e paesaggistica per integrare nel migliore dei modi tutta la struttura che determinerà un cambiamento radicale nella produzione e sfruttamento dell’energia in Sardegna”.
Seppur convenendo sulla necessità di dotare l’isola di un metanodotto strutturato e funzionale, la UGL Chimici afferma infatti che tali strumenti debbano prima di tutto essere un vantaggio per la popolazione sarda sia in termini di risparmio sui consumi energetici, ma anche nel processo di riconversione delle attuali centrali che altrimenti verrebbero dismesse, generando una perdita di posti di lavoro che non potrà essere sostituita dalle sole attività di costruzione della dorsale.
Auspichiamo che venga rispettato il Patto Stato Regione, per evitare altre attività di sfruttamento e successiva perdita di interesse e abbandono da parte dello Stato con relativi danni ambientali come testimoniano i vari siti di interesse nazionale che ancora devono essere bonificati, come per esempio nelle miniere del Sulcis-Iglesiente e del Guspinese.