Nel 2017 tutte le prestazioni pensionistiche saranno pagate il 1° giorno bancabile del mese, con la sola eccezione della rata di gennaio, il cui pagamento è stabilito al 2° giorno bancabile del mese (e quindi domani).
Lo comunica l’Inps con una nota spiegando che il Decreto Milleproroghe, firmato dal Presidente Mattarella lo scorso 31 dicembre, ha modificato l’articolo 6 del decreto legge 65/2015, convertito con legge 109/2015, che ha unificato le date di pagamento delle prestazioni Inps, Inpdap ed Enpals. “In base a tale modifica, fortemente richiesta dall’Inps – sottolinea l’Istituto – viene ripristinato per l’anno 2017 il pagamento al primo giorno bancabile del mese, con l’unica eccezione per la rata di gennaio”. A febbraio e marzo le pensioni saranno pagate il primo del mese mentre ad aprile le poste pagheranno il primo (è un sabato) e le banche il 3. A maggio le pensioni saranno pagate il due mentre a giugno saranno pagate il primo del mese. A luglio le Poste pagheranno il primo del mese e le banche il 3 mentre ad agosto e settembre la rata arriverà sui conti il primo del mese. A ottobre e novembre le pensioni saranno pagate il due del mese sia dalle Poste che dalle banche mentre a dicembre si potrà riscuotere l’assegno il primo sia dalle banche che dalle Poste.
I pensionati italiani rischiano di dover restituire allo Stato da febbraio lo 0,1% dell’importo ricevuto nel 2015, ovvero la differenza tra l’inflazione programmata e quella effettiva su cui è stato calcolato l’adeguamento al costo della vita delle pensioni. Lo denuncia lo Spi-Cgil, rilevando come nel decreto Milleproroghe di fine anno non ci sia stato l’intervento con cui si doveva risolvere la questione. In questo modo – dice il sindacato dei pensionati della Cgil – tutte le pensioni avranno una perdita di valore. Nel caso di una pensione al minimo la perdita sarà di 6,50 euro all’anno e di 13 euro per una da 1.000 euro. “Cifre – precisa – che possono sembrare di poco conto ma che incidono in particolare sulle pensioni basse”. Lo scorso anno il governo intervenne rimandando questa restituzione a quando l’economia fosse effettivamente in ripresa neutralizzandone così gli effetti negativi. Anche quest’anno il governo si era reso disponibile ad intraprendere la stessa strada ma per ora non lo ha fatto. Chiediamo al ministro Poletti – conclude il sindacato – di intervenire urgentemente per evitare che si penalizzino ancora una volta milioni di pensionati italiani”.
fonte: Ansa