Utilizzo dei reflui provenienti dal depuratore di Arzachena per scopi irrigui, con efficientamento dell’utilizzo della risorsa idrica che altrimenti sarebbe scaricata a mare e utilizzo di una rete per la sua distribuzione, già infrastrutturata ma al momento inutilizzata, che servirà altri 200 ettari. Una risposta alla possibile siccità, in un momento storico importantissimo caratterizzato dai cambiamenti climatici e da conseguenti crisi che stanno mettendo in ginocchio interi territori. È con questo scopo che il Consorzio di Bonifica della Gallura ha pubblicato nei giorni scorsi la gara d’appalto per la realizzazione del primo lotto di un importante progetto che ha avuto la luce ormai 15 anni fa, quando è stato approvato in fase preliminare e prevedeva appunto l’utilizzazione dei reflui trattati del depuratore di Arzachena per l’approvvigionamento idrico del distretto di Arzachena Nord con lo scopo di estendere la rete irrigua del distretto di Arzachena, verso Nord – Nord/Ovest, nella direzione della località Surrau.
“Per il Consorzio uno dei punti chiave di una politica che pensa in maniera preventiva a esorcizzare le crisi idriche, in un momento in cui il nostro territorio non insegue le emergenze dovute alla carenza di acqua, ma ha la capacità di programmare e investire per il futuro – spiega Marco Marrone presidente del Consorzio -. Se ora la Sardegna gode di un momento di prosperità idrica, dobbiamo comunque guardare al domani e a quello che sta succedendo in altre parti d’Italia dove i cambiamenti climatici stanno mettendo in seria difficoltà territori storicamente vocati all’agricoltura, e la siccità si sa, è un fenomeno ciclico che ci ha riguardato e ci riguarderà”.
“Assieme al recupero e all’utilizzo per scopi irrigui nel territorio di Arzachena, il Consorzio di Bonifica della Gallura sta lavorando con lo stesso scopo anche in altri territori – sottolinea il direttore Giosuè Brundu -, come ad esempio sta facendo per i reflui del depuratore di Olbia: a questo scopo infatti ha pubblicato il 20 giugno scorso il bando per la realizzazione della rete di adduzione e distribuzione delle acque depurate provenienti dal depuratore di Olbia e interconnessione con il distretto irriguo di Olbia nord, e così proseguiremo presto anche in altre realtà”.
Il progetto che riguarda Arzachena dal 2007 a oggi è stato diviso in tre lotti per un totale di 7 milioni e mezzo di euro, e quello che si andrà a realizzare con questo intervento è il primo dei tre per un importo di circa 1 milione e 660 mila euro che andrà ad intervenire realizzando l’interconnessione tra le reti provenienti dal depuratore di Arzachena con le reti irrigue del Distretto irriguo di Arzachena. “Andremo a intervenire sia con opere di manutenzione dell’impianto di sollevamento nella vasca di raccolta posta nell’impianto di trattamento del depuratore del Comune di Arzachena – spiega ancora Giosuè Brundu -, sia con interventi di riparazione sulla condotta di mandata dall’impianto di sollevamento alla vasca esistente Caldosa, infine verrà collegate le due reti attraverso una condotta”.
L’intervento gode del finanziamento della Regione Autonoma Della Sardegna per il tramite dell’Assessorato dell’Agricoltura e Riforma Agro-Pastorale che ha assegnato i fondi con deliberazione della Giunta Regionale n. 47/45 del 24.09.2020.
“Si tratta di un progetto importantissimo – spiega il presidente Marco Marrone - che ci vede in prima fila assieme al Comune di Arzachena che ringraziamo, in quello che è un obiettivo di attenzione massima alla risorsa acqua e al nostro mondo agricolo fatto, in questo territorio di allevamento bovini da carne e viticoltura per la produzione di eccellenze come il Vermentino di Gallura. Non per niente andiamo a infrastrutturale un territorio già vocato ma che, con questo intervento fruirà di una più estesa pratica agricola, permettendo quindi la formazione di nuove aziende e presidio maggiore del territorio. Assieme al tratto di rete di distribuzione irrigua e di condotte comiziali si struttura anche una rete antincendio con prese d’acqua che permetteranno un intervento più capillare in caso di incendi”.