Ci sono anche 5 atleti sardi trapiantati a Oxford (UK) per onorare i colori della nostra bandiera ai Giochi sportivi europei di trapianto e dialisi 2022 che si terranno nella città britannica dal 21 al 28 agosto. Sono Stefano Caredda (ciclismo), Giovanni Fadda (atletica leggera), Enrico Pitzalis (tennis), Paolo Perra (petanque), Pino Argiolas (petanque).
“I trapiantati sardi che partecipano ai Giochi mondiali W.T.G. con i colori dell’Italia, non gareggiano soli ma con una persona che li segue in ogni momento della loro vita e, grazie al loro donatore e all’indispensabile contributo degli uomini e delle donne della sanità pubblica, possono continuare a vivere e confrontarsi con migliaia di altri trapiantati provenienti da 5 continenti – spiega Pino Argiolas, atleta ma anche presidente dell’Associazione trapiantati Prometeo -. Un grazie di cuore ai donatori e alle loro famiglie a tutto il personale sanitario che opera nella donazione e nei trapianti. Il nostro grazie va anche alle istituzioni pubbliche e alle diverse aziende private che hanno dato il loro apporto per supportare la trasferta”.
I 5 atleti sono stati visitati dai medici del presidio ospedaliero “G.Brotzu” e autorizzati alle competizioni dai sanitari che li seguono nel follow up del post trapianto. Oltre alle viste medico sportive, compresa la prova sotto sforzo, sono state compilate tutte le certificazioni per i trapiantati sportivi, previsti dal protocollo sanitario del W.T.G. che raggruppa oltre 100 Paesi.
“E’ scientificamente provato che l’attività fisica post-trapianto oltre a migliorare i parametri biologici e la condizione fisica del trapiantato, allunga il tempo di sopravvivenza dell’organo, fino a poter ritenere che con lo sport il trapiantato “si cura da sé” – precisa il Direttore del Centro Regionale Trapianti della Sardegna Lorenzo D’Antonio– . Per questa ragione cerchiamo di incoraggiare i nostri centri trapianto a promuovere l’attività fisica come “terapia” fondamentale per il benessere psico-fisico del paziente trapiantato, ed a creare una rete di collaborazione continuativa tra i centri e le figure professionali coinvolte (Centri Trapianti/UU.OO. responsabili dei follow-up dei pazienti trapiantati, Centri di Medicina dello Sport e Palestre) per garantire la possibilità a tutti i pazienti trapiantati d’organo di accedere ad un programma di attività fisica ed a strategie condivise, tutte finalizzate al miglioramento della qualità della vita post-trapianto attraverso la ripresa di uno stile di vita attivo”.
“Questi atleti hanno già vinto una volta la loro grande battaglia e ci auguriamo che possano vincere ora questa nuova sfida – aggiunge Marcello Tidore, Direttore generale della ASL di Cagliari -. Dimostrano che si può avere una vita sana anche dopo un trapianto. Alle loro spalle c’è un sistema sanitario e un’organizzazione molto complicata, con i sanitari che li seguono in ogni occasione. Possiamo finalmente parlare di buona sanità, anche per dare conto e gratificare i tanti professionisti che si occupano di queste persone. L’invito che mi sento di fare è di donare gli organi e di dare la disponibilità per la donazione, per dare gioia e donare la vita”.
Le testimonianze degli atleti
“Prima del trapianto facevo qualche partita a calcio con gli amici, poi nel 2000 mi sono aggravato – spiega Giovanni Fadda, 61 anni, originario di Iglesias e ora residente a Cagliari, commerciante. – Dopo aver effettuato il trapianto di fegato nel 2003 ho conosciuto l’associazione dei trapiantati Prometeo Aitf Onlus. Ho voluto rimettermi in gioco con qualche partita a calcio, faccio 2 o 3 volte la settimana 10 km di corsa a piedi e a Oxford partecipo sfidandomi nell’atletica leggera.”
“Sono stato trapiantato di rene all’ospedale G. Brotzu di Cagliari dal Dr. Mauro Frongia, nel 2007- afferma Enrico Pitzalis, 44 anni, cagliaritano, rappresentate di commercio -. Sin da bambino ho praticato calcio e trascorso ore al campo sportivo sempre dietro a mio papà che, per oltre 30 anni, è stato il presidente di una società calcistica. Sono arrivato ad esordire in prima categoria, dopodiché problemi di lavoro e dialisi hanno fatto in modo che appendessi le scarpe al chiodo. Solo con la nascita della Prometeo sport ho riassaporato il gusto di indossare di nuovo le scarpette ed inseguire il pallone”.
“Nel 2011, a causa di una epatite C che era sfociata in un epatocarcinoma, sono stato trapiantato di fegato all’ospedale “G.Brotzu” di Cagliari dal dr. Fausto Zamboni. Ho quindi avuto la possibilità di poter utilizzare i nuovi farmaci contro l’epatite C ed oggi la malattia è stata eradicata completamente – spiega Paolo Perra, 57 anni, nato a Sinnai, sposato con tre figli e specializzato nel settore della telefonia.- Non ho mai praticato sport prima del trapianto di fegato ma, grazie all’associazione Prometeo Aitf Onlus che mi ha coinvolto nelle varie attività sportive, mi sono appassionato alla bicicletta”.
“Ho sempre praticato attività sportiva ma dal 2008, dopo un trapianto di fegato, ho iniziato a dedicare più tempo alla bicicletta – spiega Stefano Caredda, 54 anni, impiegato della ASL Medio Campidano e residente a Settimo San Pietro – . E proprio il ciclismo sarà la disciplina sportiva nella quale mi presenterò a Oxford. Ho partecipato a diverse edizioni dei campionati mondiali per trapiantati (Australia, Svezia, Sud Africa), Europei (Croazia) e italiani vincendo diverse medaglie d’oro, d’argento e di bronzo. Queste imprese sono state possibili grazie al “DONO”, un generoso gesto che ha permesso a me, e a tanti altri come me, di continuare a vivere. Mi auguro che tutto ciò che faccio possa aiutare chi, come me, si è ritrovato proiettato in una realtà scandita dalla malattia, che sembra non possa lasciar spazio alla speranza ma che invece, proprio grazie alla donazione, può subire una svolta importante e portare a realizzare ciò che può sembrare impossibile”.