Dopo il disastro ferroviario che a luglio ha provocato 23 morti in Puglia, l’Azienda nazionale per la sicurezza ferroviaria ha irrigidito le regole e così i passaggi al livello non presidiati e non automatizzati sono diventati fuori legge. Troppo rischioso, secondo l’Agenzia nazionale della sicurezza ferroviaria. L’unica soluzione possibile in tempi brevi? L’Arst ha pensato bene non di attivare gli impianti automatizzati e ammodernare la rete, (i soldi non ci sono) ma bensì di assumere casellanti. E così l’Azienda al fine di garantire la sicurezza ed il servizio di custodia dei passaggi a livello sulle linee Monserrato-Isili, Macomer – Nuoro, Sassari – Alghero e Sassari – Sorso, nel mese di dicembre ha bandito un concorso per la stipulazione di contratti di assuntoria di passaggi a livello. Sono arrivate una marea di domande in pochi giorni, mille domande per nove posti in Sardegna!!! Il 30 dicembre 2016, nei locali della Direzione Centrale ARST SpA in Via Posada, si è proceduto alla estrazione dei primi 100 estratti, relativa al Bando in oggetto (le graduatorie sono visualizzabili nel sito dell’Arst).
Nell’isola dove i numeri dei disoccupati son elevati è evidente che anche un lavoro definito d’altri tempi fa gola a tanti. Le persone verranno assunte sulla base di un contratto previsto da un regio decreto del 1930! Non saranno dipendenti dell’Arst ma svolgeranno un lavoro autonomo per un massimo di tre anni per un compenso mensile di 650 euro. Requisiti fondamentali? Puntualità e buona memoria, perché essendo le nostre ferrovie ferme ai tempi del medioevo, i passaggi a livello in campagna non sono collegati via radio alle stazioni e l’ora di arrivo dei treni bisognerà tenerla a mente. Una dimenticanza potrebbe essere fatale e provocare incidenti, quindi sbagliare è vietato . E che importa se l’ultima frontiera del trasporto ferroviario è una specie di capsula supersonica (Hyperloop) che sarà in grado nel 2050 di collegare Roma e Milano in mezz’ora, noi in Sardegna finalmente, per quell’anno avremo i primi treni elettrici e forse veloci. E si, “Non ci resta che piangere”, in Sardegna nove casellanti entreranno in servizio a gennaio un notevole passo indietro, alla faccia del progresso.