Clima teso nelle relazioni sindacali all’interno del Crs4, dove la Fiom Cgil si contrappone con forza all’amministratore unico, responsabile, secondo la categoria, di una gestione inadeguata e potenzialmente dannosa per lo stesso futuro e la competitività del centro di ricerca controllato dal pubblico, nel quale operano 130 lavoratori.
L’ultimo atto che ha esasperato i rapporti fino alla proclamazione dello stato di agitazione e alla richiesta di incontro inoltrata oggi all’assessore regionale alla Programmazione, è la riorganizzazione annunciata dall’amministratore unico pochi giorni fa, bocciata dalle rsu ma confermata senza alcuna disponibilità al dialogo. E’ decisamente carente il confronto con il sindacato, sostanzialmente escluso da scelte che vengono portate avanti in modo arbitrario, come ad esempio, quelle sulla ripartizione dei premi aziendali:
“Nel 2021 – scrive la Fiom nella lettera inviata alla Regione e ai vertici del Crs4 e di Sardegna Ricerche – non c’è stata trasparenza né comunicazione preventiva dei criteri di assegnazione dei premi aziendali, aspetto deprecabile in una società sotto controllo pubblico”.
Ma sono diverse le questioni contestate che hanno portato l’assemblea dei lavoratori e le rsu a esprimere “forte disagio e preoccupazione per le prospettive del centro di ricerca che, per le sue caratteristiche statutarie, richiede il mantenimento di una posizione di eccellenza garantita da team di ricercatori e tecnologi competenti,
motivati e supportati da un clima aziendale di fiducia reciproca, cooperazione e delega”.
Ecco alcuni punti critici elencati nella lettera firmata dalla Fiom Cgil:
1) Qualunque contatto con l’esterno deve essere preventivamente autorizzato dall’amministratore unico e questo complica i rapporti con potenziali partner di progetto.