Ancora un successo per il festival Time in Jazz, che dall’8 al 16 agosto scorsi ha vissuto la sua trentaseiesima edizione in nove intense giornate di musica, e tanto altro, tra Berchidda (Ss) e Arzachena, Banari, Bortigiadas, Buddusò, Budoni, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Mores, Oschiri, Porto Rotondo, Puntaldia, San Teodoro, Tempio Pausania, Tula e Viddalba.
Nove giornate in cui si è respirata la grande musica regionale, nazionale ed internazionale, lungo il vario ed eterogeneo filo conduttore del festival, “Futura”, che porta a riflettere sul presente e sul futuro delle nostre società, come sottolinea il direttore artistico Paolo Fresu: «La metafora dell’apertura della musica, e in particolare del jazz, ci ha portati a cercare in territori attigui come quello della musica africana, del rap e dell’hip hop ospitando gli artisti storici che hanno contribuito alla nascita e allo sviluppo di questi generi prossimi alla musica afroamericana».
In scena grandi nomi della musica, come Tullio De Piscopo, Malika Ayane, Eivind Aarset, Guano Padano, Farafina, Dhafer Youssef, Roberto Ottaviano, Gianni Cazzola, Savana Funk con Willie Peyote, e Colle der Fomento con Dj Craim e il quartetto La Batteria, protagonisti della serata finale, ma anche l’energia dei nuovi talenti nei dopoconcerto di Time After Time, con la direzione artistica del batterista Nanni Gaias, e nella rassegna FestivalBar, che ha animato i bar del paese.
Oltre alla nutrita serie di appuntamenti musicali, il festival ha proposto un ampio assortimento di iniziative e attività diverse, come quelle dedicate all’educazione musicale per l’infanzia sotto l’insegna di Time to Children, e la rassegna letteraria Time to Read, che sono state ripagate con un pubblico numeroso e appassionato. In tutto oltre ottanta eventi, che nei nove giorni di festival hanno raggiunto le ventiquattromila presenze.
Durante il tradizionale concerto della sera di Ferragosto sul palco di Piazza del Popolo a Berchidda, il direttore artistico Paolo Fresu ha ringraziato, citandoli uno per uno, tutti coloro che hanno contribuito al successo del festival, tra staff, volontari, collaboratori e sponsor: un momento ormai abituale in chiusura di ogni edizione, accompagnato in questa occasione dal groove de La Batteria e del Colle der Fomento, e sottolineato dalla festosa partecipazione dello staff di Time in Jazz e dei volontari giunti anche quest’anno da tutte le parti d’Italia.
Fresu ha tuttavia tenuto a non ringraziare l’Assessorato del Turismo della Regione Sardegna che non ha finanziato il festival, nonostante Time in Jazz contribuisca, da oltre trent’anni, a promuovere il territorio, scegliendo di svolgere i suoi concerti in alcuni luoghi di grande pregio ma spesso meno noti e frequentati del Nord Sardegna.