“La parola Guerra fredda non può stare nel vocabolario del terzo millennio. E’ fuori dalla storia e dalla realtà. Prima che essere ingiusto è un termine inutile”. Matteo Renzi parla dal palco del Business Forum di San Pietroburgo e, a Vladimir Putin, chiede collaborazione. “Russia e Europa tornino a essere ottimi vicini di casa”. E il nodo Ucraina torna inevitabilmente al centro del dibattito internazionale. Renzi chiede l’impegno di tutti per superare le sanzioni. “Pacta sunt servanda”, dice. “Abbiamo fatto sforzi per arrivare al protocollo di Minsk, tutti, dico tutti, devono rispettare gli accordi. L’Europa e la Russia hanno valori condivisi e sono valori che io, caro Vladimir, tocco con mano prima che nelle intese con le aziende anche nella visita all’Hermitage dove mi sono sentito sommerso dalla bellezza dei valori universali”. E’ una visita storica quella del premier italiano e lui sembra rendersene conto. Putin si complimenta per il suo eloquio e Renzi parla di Europa, di America, eterni alleati, e della Russia delle sanzioni, fuori dal G8. “Oggi firmeremo accordi per oltre un miliardo di euro, accordi legittimi nel quadro delle sanzioni perché noi rispettiamo tutte le regole”. Le intese tra aziende italiane e russe saranno firmate alla presenza di Putin.
Putin contro la regia americana La Guerra fredda non la vuole proprio più nessuno. Non la vuole Renzi, non la vuole Obama e non la vuole Putin che aprendo i lavori fa sapere: “La logica di sviluppo delle relazioni internazionali non è di contrapposizione globale”. Il presidente russo si dice pronto a lavorare con qualsiasi candidato entri nella Casa Bianca. La Russia non vuole contrapposizioni, ma Putin critica la regia americana dietro le posizioni dell’Europa: “Non vogliamo che gli Stati Uniti impartiscano lezioni, condizionando i rapporti dell’Ue con noi”. “Le sanzioni – spiega il presidente russo – hanno conseguenze di rimando che fanno ombra sull’Europa, mentre “le controsanzioni russe” hanno effetto zero per Washington.