Cagliari. Manifestazione degli allevatori contro il silenzio della Regione

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Lo avevano promesso un anno fa al presidente della Regione Pigliaru, quando si erano fermati davanti al bivio della statale 131, ma non è arrivata alcuna risposta alle richieste fatte, e loro, i lavoratori sardi, le promesse le mantengono.
E così si sono ritrovati ieri a Cagliari, in tanti, allevatori, agricoltori e pastori sardi,  sindaci, per la  manifestazione della Coldiretti. Si sono dati appuntamento nel piazzale davanti al palazzo della Regione, da dove è partito il corteo per raggiungere il Consiglio Regionale dopo aver attraversato viale Trieste e la via Roma, bloccate per diverse ore.
Si parte dal problema centrale del crollo del prezzo del latte arrivato a 60 centesimi al litro che ha mandato in crisi il mondo pastorale ma hanno arricchito la piattaforma  delle richieste con tutti gli altri problemi segnalati da allevatori, e agricoltori della Sardegna, i ritardi nei pagamenti di fondi comunitari, i problemi legati al credito, alla fauna selvatica e al costo dell’acqua.
I pastori denunciano che dalla mungitura quotidiana di una pecora si ottiene in media un litro di latte, che viene pagato oggi al ribasso appena 55 centesimi rispetto ad 1 euro di fine campagna 2015. Una elemosina che non copre neanche i costi di allevamento e di alimentazione e spinge alla chiusura i 12mila allevamenti presenti nell’Isola. In Sardegna si trova il 40% delle pecore allevate in Italia che producono quasi 3 milioni di quintali di latte destinato per il 60% alla produzione di Pecorino romano (Dop), ma riconosciti dall’Unione Europea ci sono anche il Fiore Sardo Dop e il Pecorino Sardo Dop.
Tutti concetti che i vertici di Coldiretti hanno ribadito anche alla fine del sit-in, in occasione dell’incontro con” la politica sarda che decide i destini dei sardi”, un vertice teso dove con un documento la Coldiretti ha chiesto  di aprire la discussione su nove punti importanti, su cui la maggioranza si è riservata di dare una risposta dopo la discussione avviata in Aula sulla risoluzione approvata dalla commissione Attività produttive, un testo contestato però  dalla Coldiretti perché “troppo sbilanciato in favore degli industriali”. Il clima caldo ha surriscaldato ulteriormente gli animi dato il temporeggiare del centrosinistra. Al termine i capigruppo di maggioranza si sono riuniti e hanno deciso di non incontrare i pastori, in presidio davanti al palazzo di via Roma, ma di andare direttamente in Aula, scatenando le proteste dei manifestanti. Davanti alle centinaia di agricoltori si sono presentati i capigruppo dell’opposizione. Al termine della manifestazione di piazza una sessantina di rappresentanti di Coldiretti hanno deciso di seguire i lavori del Consiglio.

Intanto sul sito del regionale si legge che “il Consiglio Regionale ha approvato (votanti 44, sì 26, no 18, 3 astenuti)  la Risoluzione sulla grave situazione che sta attraversando il settore lattiero – caseario regionale. Non sono bastate ore di dibattito per trovare l’accordo tra maggioranza e opposizione sugli emendamenti da apportare al testo e approvare un provvedimento condiviso.  Quindi si è votato il testo licenziato dalla Quinta commissione.   Il presidente Ganau, poco dopo le 22 chiudendo i lavori, ha convocato il Consiglio per domani mattina alle 10,30.”
In tutto ciò non hanno approvato la proposta dell’ammasso/ritiro del pecorino romano condizionato all’innalzamento immediato del prezzo del latte ai pastori.  Stamane in Consiglio verrà rilanciata quella che è l’unica proposta in campo sul prezzo del latte, il patto per il latte, con il ritiro del pecorino romano in eccesso e la conseguente risalita del compenso per i pastori.

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