Carcinoma del collo dell’utero, al Policlinico screening e diagnosi precoce

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Quando si parla di tumore del collo dell’utero la prevenzione rimane il più grande alleatoGennaio è il mese dedicato alla sensibilizzazione di questa importante patologia. La diagnosi precoce permette di individuare le forme tumorali nelle loro fasi iniziali, di trattarli con terapie meno invasive e dare così prospettive di prognosi più favorevoli.

Nel Centro di procreazione medicalmente assistita (PMA) e diagnostica ostetrico ginecologica del Policlinico Duilio Casula, diretta dal professor Stefano Guerriero, è presente un programma di screening e diagnosi precoce del carcinoma del collo dell’utero, che offre la possibilità di eseguire diversi esami dedicati alla prevenzione come: vaginoscopie e biopsie delle aree esaminate, esami colpocitologici (es.pap test) con la ricerca dei Papillomavirus (hrHPV-DNA).

Il Centro di PMA e diagnostica ostetrico ginecologica del Policlinico Duilio Casula, che si trova al Blocco Q, ha rilevanza nazionale per quanto riguarda la tipologia delle prestazioni erogate, le iniziative di ricerca e l’insegnamento della disciplina. I referenti per le attività di screening erogate nel centro sono il dottor Marco Palomba e il dottor Alessio Rocca.

«Si può accedere al servizio – spiega il dottor Rocca, ginecologo del centro – con la prescrizione dello specialista tramite il CUP. Inoltre, per i casi più complessi sono riservati dei giorni di agenda esclusiva a disposizione dei colposcopisti (ginecologi che effettuano la colposcopia) degli ospedali e del territorio».

«Il cancro della cervice uterina – dice il dottor Palomba – è un tumore della sfera genitale femminile che colpisce la parte più esterna dell’utero (detta anche collo o portio), quella cioè facilmente esplorabile con la visita ginecologica. In Italia sono circa 51mila le persone con pregressa diagnosi di tumore della cervice uterina e la probabilità di guarire dopo la diagnosi ad oggi è pari a circa il 64%». 

Il tumore è causato da un’infezione da papillomavirus umano (HPV) che si trasmette per via sessuale ed è molto frequente soprattutto nelle persone giovani. «Il rischio di cancro – dice ancora Rocca – dipende fortemente dal tipo di virus HPV che ha causato l’infezione ma è favorito tra l’altro da scarso accesso alla prevenzione, inizio precoce dell’attività sessuale e partner sessuali multipli, fumo di sigaretta, condizioni di immunodeficienza, uso prolungato di contraccettivi orali».

Il pap-test è un esame di screening che viene eseguito, velocemente e completamente senza dolore, durante una visita ginecologica di routine e consiste nel prelievo delle cellule più esterne del collo dell’utero. Sebbene non ci siano controindicazioni particolari per sottoporsi all’esame, è fondamentale seguire alcune precauzioni per garantire che il materiale raccolto sia in condizioni ottimali. Le accortezze sono: evitare di eseguire il test durante le mestruazioni (suggerendo un intervallo di almeno cinque giorni prima o dopo il ciclo), assicurarsi che non ci siano perdite ematiche in corso ed evitare rapporti sessuali nelle 24 ore precedenti all’esame.

La gravidanza, l’uso di contraccettivi orali o la presenza di una spirale intrauterina non costituiscono controindicazioni per l’esame. È sempre consigliabile informare il professionista che esegue la visita sulla propria condizione in modo da assicurare un’interpretazione corretta dei risultati.

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