“Non so più chi sono io perchè non so più chi siete voi”. Con una maschera al volto in apertura, Beppe Grillo torna a Cagliari facendo il suo mestiere al Teatro Massimo (oggi a Sassari).
“Nessuno ha mai fatto un attentato in un teatro quasi pieno”. Commentando ironicamente le poche sedie vuote in platea, il comico genovese torna al periodo pre Movimento 5 Stelle , “fondato perche la notte non prendevo sonno”.
La politica, del resto, è solo accennata. Qualche riferimento al neo governo regionale, alla triade composta da Meloni, Crosetto e La Russa, al “balino di coda” Calenda e al “penultimo dei mohicani” Renzi. E poi una difesa del reddito di ciittadinanza per non avere “la rivoluzione dei poveri”.
Dai tempi di “Te lo do il Brasile” a oggi, la carica è sempre quella, conservando intatta la sua voglia di argomentare a 360°. Stuzzicando il pubblico, in particolare modo quello delle prime file, riesce a garantirsi la complicità necessaria per ridere e far ridere. A titolo di esempio, affrontando il tema dei dati personali immessi sui social, riesce a individuare una donna presente in sala sulla base di una foto postata su Facebook.
Per il resto, un fiume di argomenti concatenati da una sana dose di ironia. Ambiente, ad esempio, con i condomini svedesi che cedono feci e urina ad aziende chimiche. Comunità energetiche come il campo profughi giordano alimentato ad energia fotovoltaica “perchè per fare 100 watt per cento persone, basterrebbe che ognuna di esse ne producesse uno”. Gli incontri con la diplomazia cinese, al voto esteso ai sedicenni “capaci di essere determinanti per il futuro”. E poi la presa in giro della moglie, Dio e scienza, dei trasporti, di libertà e medicina.
Tutto è legato da un filo conduttore metaforico che rende lo spettacolo piacevole e divertente. “Io sono un altro” è il nome dello spettacolo. In realtà, Beppe Grillo, è sempre lui.