“Il documento della Conferenza Episcopale Italiana sull’autonomia differenziata, reso noto ieri dal Consiglio permanente CEI , offre l’occasione per riflettere su un tema di grande rilevanza per il nostro Paese e per la stessa Sardegna”. Lo afferma il segretario generale della Cisl sarda, Pier Luigi Ledda. “Nel documento si afferma giustamente che il Paese non crescerà se non insieme. Anche per la Cisl è assolutamente necessario evitare che si compromettano la coesione sociale e l’unità del Paese. Rispetto all’autonomia differenziata – precisa ancora Ledda – la Cisl ha un atteggiamento non prevenuto, ma improntato ad ottenere tutte le garanzie del caso su una materia così complessa e delicata, e ciò anche in riferimento al significato che l’autonomia differenziata può assumere per la nostra Isola e per la nostra idea di autonomia. I sardi vogliono essere realmente riconosciuti nella specificità, per sentirsi pienamente integrati nella comunità nazionale. I nostri problemi di oggi si interfacciano con una dimensione europea che influisce notevolmente con l’esercizio della potestà autonomistica e legislativa già affidata alle norme”.
L’autonomia, secondo la Cisl sarda, “deve tradursi in maggiore responsabilità nella gestione delle risorse per determinare servizi più vicini ai territori ed essere un supporto per quelli in difficoltà. Bisogna dunque evitare che da questa riforma – che se fatta male rischia di minare le basi di quel vincolo di solidarietà tra le diverse Regioni, che è presidio al principio di unità della Repubblica” – nascano regionalismi forti, centralizzati, che diano poco spazio ai comuni o alle autonomie locali. Come sindacato – conclude Ledda – riteniamo che, attraverso i LEP (livelli essenziali delle prestazioni), da definire in base a fabbisogni e costi standard, si debba garantire a ogni cittadino e in ogni parte del territorio nazionale l’accesso allo stesso servizio e alla stessa qualità. È nei LEP che si mantiene viva la coesione territoriale e sociale. Per la Cisl, in via prioritaria, qualunque processo di riforma deve rafforzare e non indebolire la coesione, assicurando in tal modo diritti di cittadinanza e opportunità in ogni realtà del Paese”.