“Stupisce apprendere che la Regione avrebbe scritto alla Camera di Commercio di Cagliari e Oristano per partecipare alla holding che verrebbe costituita al fine di gestire i tre aeroporti sardi in seguito all’ipotizzata cessione delle quote della Camera di Commercio sulla scia di un processo di privatizzazione e concentrazione che l’amministrazione pubblica dovrebbe invece rigettare”: così il segretario generale della Cgil Sardegna Fausto Durante, che conferma la contrarietà all’operazione già più volte espressa.
“La nostra opinione era e resta negativa – spiega il segretario – e non può certo essere ribaltata dall’ipotesi di ingresso della Regione nella holding, tramite cessione dei privati di una parte residuale di quote. Anzi, sarebbe piuttosto singolare se la Regione avallasse un processo che favorisce il passaggio dalla mano pubblica a soggetti privati del controllo degli aeroporti della Sardegna”.
Il segretario ricorda infatti che “oggi nella società di gestione dell’aeroporto di Cagliari la maggioranza delle quote societarie è in capo a un ente pubblico, la Camera di commercio di Cagliari e Oristano. Da quanto è dato sapere, nella futura holding le quote di tale ente verrebbero cedute a un soggetto privato, il fondo di investimento F2i”. Ecco, per il sindacato qui c’è già una questione preliminare insormontabile: “Non siamo favorevoli a questo passaggio di gestione e controllo dal pubblico al privato, per giunta in un settore strategico come quello del trasporto aeroportuale”. Val la pena ricordare infatti, a differenza di quanto a volte viene affermato, che F2i non è controllato da Cassa Depositi e Prestiti, che detiene solo il 14% del capitale ma, al contrario, la maggioranza delle azioni del fondo è detenuta da casse di previdenza, fondazioni bancarie e banche, fondi sovrani”.
Secondo la Cgil ci sarebbe da chiedersi perché mai la Regione dovrebbe partecipare con una quota marginale a una holding di soggetti che hanno il profitto e la logica del mercato come stelle polari, non certo la tutela degli interessi dei cittadini e dei lavoratori sardi, a cui nessuno ha mai ritenuto di spiegare quali vantaggi la Sardegna avrebbe da questa operazione e come si migliorerebbe il diritto alla mobilità, oggi compromesso dalla voracità delle compagnie aeree e dall’assenza di certezze determinata da un’idea di continuità territoriale sbagliata e penalizzante per l’Isola.
E ancora, aggiunge il segretario: “Chi improvvisa improbabili similitudini con esperienze come Aeroporti di Puglia, dovrebbe sapere che la Regione Puglia è azionista al 99,59 per cento della società aeroportuale regionale e che le restanti quote dello zero virgola appartengono a Camera di Commercio Brindisi Taranto, Città Metropolitana di Bari e amministrazioni comunali e provinciali di Brindisi e Foggia”. Non c’è nulla che accomuna l’assurdo disegno di privatizzazione di cui si sta parlando in Sardegna con un modello che è al 100% pubblico.
“In attesa che si chiariscano tutti gli aspetti relativi al processo di integrazione degli aeroporti di Olbia e Alghero, processo in corso di svolgimento, ribadiamo quindi un punto per noi fondamentale – conclude Durante – ovvero che la Regione Sardegna deve avere voce in capitolo nella gestione e nel controllo degli aeroporti e deve assicurare il coordinamento e gli indirizzi delle politiche dei trasporti, che non possono essere affidati a soggetti privati”.