Straordinariamente Sting. Nell’unica data italiana del suo ultimo tour mondiale, l’ex leader dei Police, tinge di emozioni il cielo stellato sopra la Forte Arena e i suoi 5000 spettatori.
E se a Giordana Angi, special guest del concerto, va l’onore di duettare con lui quasi per caso, a qualche spettatore visto il traffico sulla ss.195, sarà venuto il rimorso di non essersi mosso prima per essere puntuale per ascoltare l’apertura affidata a “Message in the bottle”.
Sebbene le 72 primavere sulle spalle, Gordon Matthew Thomas Sumner mostra ancora un fisico invidiabile che si lega a carisma e energia.
Accompagnato dal chitarrista Dominic Miller e dal batterista Chris Maas, Sting ”picchia” sul suo basso senza lesinare forze.”Sardinia” è il suo “grido di battaglia”, il basso la sua arma.
Canzoni come “So Lonely”,“If i ever lose my fault in you” “Englishman in New York”, “Can’t Standing losing you”, “Shape of my heart”, “Walking on the moon”, “Desert Rose”, “Fields of Gold”, “Never coming home”, rientrano nel patrimonio musicale di diverse generazione.
Incastonati in quarantanni di carriera, sono interpretati da Sting, Miller e Maas oscillando fra il blues e il rock, fra il reggae e il jazz. E’ pura armonia, è autentica bellezza.
“Siamo molto felici di essere in Sardegna”, dice Sting nel suo italiano da toscano d’adozione. Nessuna pausa sul palco e sul prato verde si comincia a ballare.
Sotto il palco, sulle note di “Every breath you take”, una ragazza instaura una guerra psicologica con un addetto alla sicurezza. Lei vorrebbe danzare, l’addetto alla sicurezza le dice no. Alla fine, è lo stesso cantante che, rompendo tutti i protocolli, invita lei e il resto del pubblico a stringersi sotto il palco. C’è ancora tempo per cantare “Roxanne” mentre è con la commovente “Fragile”, eseguita con la chitarra semiacustica, che arriva il tempo della buona notte.
Con un concerto memorabile, da associare ai ricordi dell’estate 2024, Sting conferma di appartenere a una categoria superiore di musicisti, The “Englishman” alla Forte Arena.
Foto di Maura Atzeni