Morte dipendente Enel, le dichiarazioni dei sindacati

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La catena senza fine dei morti sul lavoro oggi registra l’ennesima vittima di una strage che deve essere fermata”: così il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante in riferimento all’incidente sul lavoro che ha ucciso oggi a Girasole un lavoratore dipendente dell’Enel. Il segretario reitera, ancora una volta, le richieste della Cgil al governo: “Vogliamo una vera patente a punti in grado di mettere fuori gioco le imprese sleali che risparmiano sulla sicurezza, l’istituzione del reato di omicidio sul lavoro, la costituzione della Procura nazionale per i morti sul lavoro, un piano straordinario di assunzioni di personale per le attività di prevenzione, controllo, repressione. Il mondo del lavoro non può più aspettare.”

“La morte a Girasole di un giovane operaio di 24 anni è una tragedia immane che ci lascia tutti sgomenti e per la quale esprimiamo il nostro cordoglio alla famiglia e la solidarietà della Cisl”. Lo afferma il segretario generale del sindacato, Pier Luigi Ledda. “In attesa di comprendere meglio quanto accaduto, questo ci sembra l’ennesimo tragico caso legato al problema della salute e della sicurezza dei lavoratori. Un’emergenza ormai – sostiene il leader della Cisl sarda – che va combattuta con la prevenzione e con azioni concrete e strutturali. La Cisl nazionale chiede da tempo più attenzione per l’aspetto della salute nei luoghi di lavoro, più ispezioni, controlli e un grande investimento in formazione ed informazione sul tema della sicurezza. Occorre intervenire anche in Sardegna, come abbiamo chiesto alla Presidente Todde, in modo forte e deciso per prevenire tragedie come quella di Girasole e fermare le morti sul lavoro di cui, tragicamente, raccontano le cronache ogni giorno nel nostro Paese”.

Le segreterie di categoria, Ulitec, Flaei e Filtcem aggiungono: “Lo diciamo ogni volta che non dovrà più accadere che un ragazzo di 24 anni possa morire sul lavoro, ma ogni volta accade e segna tragicamente il nostro fallimento. Nonostante tutto l’impegno che mettiamo nel cercare di sensibilizzare i ragazzi sulla sicurezza non riusciamo ad evitare che sciagure come questa accadano. Dobbiamo comunque interrogarci tutti su quello stiamo facendo e su quello che dobbiamo ancora fare per far comprendere quanto è importante il valore della sicurezza. Le ragioni di quanto accaduto saranno accertate e potranno anche essere diverse ma comunque questo non è giusto e non sarà mai giusto. Per questo non smetteremo mai di lottare per un lavoro giusto e sicuro e lo faremo con tutte le energie che saremo capaci di spendere. Il nostro pensiero va prima a Gabriele e poi a tutti i suoi cari che non lo avranno più e a cui siamo vicini.

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