Eolico in Umbria, Meloni: «Moratoria sui progetti e individuazione aree non idonee»

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La capogruppo del Pd sollecita un intervento normativo della Regione per evitare impianti industriali in grado di «alterare irreversibilmente il territorio.

«La Regione individui quando prima le aree non idonee in Umbria per evitare l’assalto». Dopo il focus di Terna riportato da Umbria24 e l’allarme di Italia Nostra è la capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale, Simona Meloni, a intervenire sugli impianti eolici, presentando una mozione sulla «proliferazione di progetti di eolico industriale che prendono di mira i luoghi sensibili del nostro territorio, creando tensioni e preoccupazioni tra le comunità e i cittadini».

Meloni, ricordando la «presentazione di sei progetti che porterebbero alla creazione di 60 pale eoliche di grande taglia (180-200 metri) da installare anche in aree di pregio paesaggistico e naturalistico», sostiene che «la realizzazione di simili impianti comporterebbe l’alterazione significativa e irreversibile del territorio. La costruzione di strade, piazzole di servizio e infrastrutture di collegamento provocherebbe – sostiene – la perdita di biodiversità, frammentazione degli ecosistemi e la deturpazione di paesaggi unici come i crinali montuosi dell’Appennino umbro marchigiano», col rischio di «risultare anche determinante nel loro sviluppo secondo un modello identitario da più parti intrapreso».

La capogruppo del Pd pone l’accento anche sulla «variabile ‘usi civici’», perché «gran parte  
di questi terreni – dice – sono interessati da questo fenomeno e la conseguente  variazione di destinazione d’uso della Regione, senza una generale consultazione pubblica, sarebbe molto lesiva della trasparenza e dei diritti delle comunità locali». In questo quadro, Meloni sostiene la necessità di un intervento della Regione con «una moratoria temporanea sui nuovi progetti eolici e una garanzia di  partecipazione attiva delle comunità locali nei processi decisionali in tutte le fasi autorizzative del processo e nella formazione della legge regionale di pianificazione delle aree idonee e, soprattutto, di quelle non  idonee».

Infine, la consigliera regionale ritiene anche che «occorra un piano che valorizzi le alternative energetiche con meno impatto ambientale e che, in sede di burden sharing, distribuisca su tutto il territorio regionale l’apporto al conseguimento dell’obiettivo complessivo di potenza da  rinnovabili di 1.756  MW richiesto all’Umbria al 2030 dal decreto del 21 giugno 2024. La partita che si sta giocando è importante e va oltre i  
confini regionali. Per questo – conclude – servirebbe un comitato interregionale permanente tra Umbria e Marche, per monitorare e valutare gli impatti dei progetti eolici industriali proposti». 

Fonte: umbria24.it

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