Cagliari. Una rete sociale, collettiva e diffusa di valorizzazione e difesa delle donne. È la base del ‘protocollo regionale del filo rosso’, che la Cisl Sardegna, con la segretaria Federica Tilocca, lancia nella Giornata Internazionale contro la violenza di genere. “Gli ultimi mesi hanno fotografato una situazione sempre più drammatica – spiega Tilocca -, atti di violenza spesso contro giovanissime e commessi da carnefici ugualmente molto giovani. Uno scenario quotidiano che ci deve far sentire coinvolti e responsabili anche e soprattutto perché è ormai chiaro che non siamo stati in grado di innescare una rivoluzione culturale contro la violenza. È necessario creare una rete di Istituzioni e associazioni che stimolino sì il processo culturale, ma che nel contempo favoriscano elementi concreti e pratici in aiuto delle tante donne che vivono una situazione di violenza fisica, verbale, psicologica, economica. Assi portanti della convenzione di Istanbul e che vanno continuamente rilanciati”. La Cisl ritiene fondamentale sostenere i Centri antiviolenza e i Servizi sociali dei Comuni, “ma al contempo – sottolinea la sindacalista – occorre programmare un’azione forte per favorire l’occupazione femminile, elemento indispensabile per aiutare le donne ad avere un’autonomia che le sostenga in un processo di fuoriuscita da una vita di violenza. E’ necessario lavorare ( e vigilare su quanto già esistente in materia) per favorire una legislazione e politiche attive del lavoro (ad iniziare dalle assunzioni nei progetti del PNRR prevista nella normativa,) che dia alle donne sbocchi diversi e adeguati alla loro Istruzione e competenze, troppo spesso ignorate”. Alla Regione, attraverso i Centri antiviolenza, ai Comuni, attraverso i servizi sociali, a tutte le forze dell’ordine e alla Magistratura la Cisl sarda chiede di lavorare per un protocollo regionale “per avere una società equa e perché quella donna, che sappiamo che inesorabilmente in questi giorni subirà violenza, diventi finalmente l’ultima. Porteremo avanti azioni concrete e non smetteremo mai di fare rumore”.
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