In principio fu John Cage, negli anni Quaranta del Novecento: il suo “pianoforte preparato”conl’inserzione di viti, bulloni, pezzi di sughero, gomma, plastica e altri materiali mirava a stravolgere e ampliare le possibilità timbriche dello strumento, per una presa di distanza dalla tradizione colta occidentale; per Daniele Ledda, musicista e performer sardo che insegna informatica musicale al Conservatorio di Cagliari, l’intuizione di Cage serve come punto di partenza per restituire alla musica elettronica, sempre più liquida e immateriale nel dominio numerico, una dimensione concreta e tattile.
Da qui nasce Clavius, la serie di “strumenti aumentati” inventati da Daniele Ledda, che con Cage condivide l’interesse per la filosofia applicata alla musica.
Venerdì 29 novembre, alle ore 18 nella Sala Oppo del Conservatorio cagliaritano, in una lezioneconcerto il pubblico potrà entrare nell’officina sonora di Daniele Ledda, conoscere il percorso che lo ha condotto a realizzare il progetto Clavius e ascoltarne gli esiti musicali.
«Clavius sperimenta le possibilità di fusione tra analogico e digitale, – spiega Ledda – spingendo al limite l’idea di preparazione fino a giungere alla definizione di strumento aumentato suonato attraverso una tastiera». Ledda guiderà il pubblico «in un viaggio di costruzione e modifica che si sviluppa a partire dagli strumenti a tastiera tradizionali».
«La musica digitale ha provato a sradicarci dalla fisicità degli strumenti. Per questo motivo ho sentito la necessità di recuperare questo rapporto, non in senso passatista ma con l’idea di fondere la dimensione fisica con quella virtualizzata del software». Un evento imperdibile per gli appassionati di musica, tecnologia e innovazione artistica. Il biglietto costa 5 euro.
L’ingresso è gratuito per gli studenti del Conservatorio.