Trump: “Possibile riduzione degli aiuti all’Ucraina”

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 Donald Trump tra guerra in Ucraina e ‘vertenza’ Nato. In un’intervista rilasciata a Nbc News prima dell’incontro trilaterale con Macron e Zelenshy nel giorno dell’inaugurazione di Notre Dame, il tycoon a domanda sull’eventuale riduzione degli aiuti all’Ucraina Trump risponde con un “è possibile”. E torna sulla Nato, come aveva già fatto nel suo primo mandato. Confezionando un messaggio chiaro per gli alleati. “Se pagano i loro conti e ci trattano in modo equo, la risposta è assolutamente resterò nella Nato”. In caso contrario, “considererà seriamente” la possibilità di uscirne.

Le parole di Zelensky

Ma il presidente eletto viene considerato già oggi, prima dell’insediamento, un interlocutore sullo scacchiere ucraino. “Ho detto che abbiamo bisogno di una pace giusta e duratura, una pace che i russi non potranno distruggere in pochi anni, come hanno fatto molte volte in passato”, ha spiegato Zelensky, riferendosi al suo meeting con Trump e Macron. “Quando parliamo di pace effettiva con la Russia, dobbiamo soprattutto parlare di garanzie per una pace effettiva”, ha precisato, invitando gli alleati a “garantire l’affidabilità della pace e a non chiudere gli occhi sull’occupazione” dei territori ucraini. Lo stesso Zelensky ieri dopo il colloquio a tre aveva definito l’incontro “proficuo e produttivo”. Aggiungendo: “Il presidente Trump è, come sempre, risoluto. Lo ringrazio”.

Le parole del Cremlino

“Zelensky cancelli il divieto ai negoziati”, la controreplica di Peskov, portavoce del Cremlino. E rispondendo all’invito di Trump di un “cessate il fuoco immediato”, l’uomo più vicino a Putin fa sapere: “Leggiamo con attenzione la dichiarazione del presidente eletto degli Stati Uniti rilasciata dopo un incotnro a Parigi con Macron e Zelensky”. Ma ribadisce che “è l’Ucraina che ha rifiutato e continua a rifiutare i negoziati”.

Trump e la vecchia questione delle spese Nato

Collegato all’Ucraina c’è lo spinoso capitolo Nato. Trump, nel suo primo mandato, aveva già richiamato gli altri membri del Patto atlantico a contribuire alle spese per la difesa. La soglia di contributi pari al 2% del Pil, ancora oggi, non viene raggiunta da diversi paesi. Dunque è prevedibile – e l’ultima intervista conferma questa prospettiva – che il tycoon riproporrà quella vecchia questione. Un altro tassello che conferma l’ipotesi è la nomina di Matt Whitaker ambasciatore alla Nato. “Matt è un forte guerriero e un patriota leale, che assicurerà che gli interessi degli Usa possano avanzare e siano difesi”, faceva sapere in un comunicato il presidente eletto. “Rafforzerà le relazioni con i nostri alleati Nato e starà saldo di fronte alle minacce a pace e stabilità: metterà l’America al primo posto”, precisava ancora il testo, riportandosi a quell’America first che è il logo elettorale del tycoon.

Q.N.

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