Danza, “Lo Schiaccianoci”: al Massimo, la versione di Massimiliano Volpini

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Una rivisitazione contemporanea di un grande classico. Nella rivisitazione de “Lo Schiaccianoci” di Čajkovskij, il coreografo Massimiliano Volpini si muove su questa direttrice per rendere contemporaneo quanto scritto nel 1815 dal russo Hoffmann.

Nella seconda serata al Massimo, va in scena un balletto che mantiene l’essenza del racconto originale ma che rispetto alla casa lussuosa addobbata a festa, c’è la strada di una città con i suoi senzatetto e i suoi poveri. E’ qui che si ambienta “la marcia dei bambini”, è qui che si vive di espedienti, di riciclo, sostanzialmente alla giornata. E fra le altre cose, sul palco, passa un carrello della spesa e i tappi di bottiglie diventano anelli.

Da un’altra parte, c’è una realtà migliore e per raggiungerla, occorre varcare un muro. Clara, da dolce bambina a donna agguerrita, intende farlo e fra gli abitanti della strada, solo il Fuggitivo, c’è riuscito. Lui è l’eroe, lui è lo Schiaccianoci.

Poi c’è il signor Drosselmeyer, un benefattore misterioso che porta doni e comunque protettivo nei confronti dei poverelli.

A ostacolare il passaggio verso la parte bella della città, c’è il Re dei Topi con i suoi vigilanti. Clara viene arrestata, Drosselmeyer organizza la liberazione e il Fuggitivo guida i soccorritori per salvarla. I due si incontrano ed entrambi sognano un mondo migliore.

Se la neve scende e i ballerini rimangono immobili ad osservarla, le note di Čajkovskij sono la cornice di un variegato contributo musicale. Compreso l’hip hop, la stessa danza spazia dal classico al contemporaneo.

La coreografia del balletto è ben articolata e efficace nel portare sul palco il senso di una comunità felice e unita. E’ appassionante il Il Valzer dei Fiocchi di Neve, effettuato con l’impermeabile arancione. Medesima affermazione si può fare in merito all’ intervento dei “vigilanti”. Nel secondo atto, il racconto prevale sulla tecnica con un rispetto maggiore dell’idea originale. In questo frangente, c’è spazio per le diverse danze del mondo e quel valzer dei fiori, composto da coppie improbabili, è quello che la fantasia di Clara intende come mondo migliore.

Ecologia, miseria, emarginazione. Con Volponi e la sua regia, il balletto russo è portatore di temi sociali. I ripetuti applausi a fine evento danno il responso: aver riadattato “Lo Schiaccianoci” è un lavoro ben riuscito.

Foto di Dietrich Steinmetz 

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