Omaggio a un fuoriclasse del pallone con “Riva Luigi ’69 ’70 – Cagliari ai dì dello scudetto”, uno spettacolo di e con Alessandro Lay (produzione Cada Die Teatro) ispirato al leggendario “Rombo di Tuono”, in cartellone questa sera alle 21 al Cine/Teatro “Olbia” di Olbia sotto le insegne della Stagione di Prosa 2024-2025 organizzata dal CeDAC Sardegna.
Una pièce originale che ripercorre l’epopea sportiva del grande calciatore, icona di un mondo dello sport in cui la lealtà e la correttezza contano più dei compensi economici e simbolo del riscatto di un’Isola, attraverso lo sguardo ingenuo di un bambino e poi quello disincantato di un adulto che scopre la bellezza del gesto in una serie di goals paragonabili a opere d’arte.
Tra memorie familiari e cronache sportive, “Riva Luigi ’69 ’70 – Cagliari ai dì dello scudetto” rappresenta una sorta di “amarcord” dell’autore, che cita Pier Paolo Pasolini: «Il gioco del football è un “sistema di segni”; è, cioè, una lingua, sia pure non verbale», sosteneva l’intellettuale cineasta e scrittore friulano. «La sintassi si esprime nella “partita”, che è un vero e proprio discorso drammatico. Ci può essere un calcio come linguaggio fondamentalmente prosastico e un calcio come linguaggio fondamentalmente poetico… Riva gioca un calcio in poesia».
«Nel 1970, quando il Cagliari divenne campione d’Italia, io avevo 8 anni» – racconta Alessandro Lay –. «Non ricordo molto dello ‘scudetto’, ma ricordo come era la città, come ci vestivamo, come ci appendevamo ai tram per non pagare, l’album della Panini e le partite ‘a figurine’ sui gradini della scuola elementare. Ricordo il medagliere, con i profili dei giocatori del Cagliari sulle monete di finto, fintissimo oro da collezionare…. E ricordo vagamente un ragazzo schivo, a volte sorridente, che guardava sempre da un’altra parte quando lo intervistavano. Un ragazzo che puntava i pugni in terra e si faceva tutto il campo correndo ogni volta che segnava un gol…».
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