Agroalimentare e ambiente, Ledda al congresso Fai Cisl ‘per rilancio necessaria integrazione con turismo e trasporti’

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Cagliari. “La Cisl sarda sostiene con forza l’integrazione tra filiere agroalimentari locali e turismo, come parte essenziale della strategia di sviluppo regionale. La valorizzazione dei prodotti locali, dalle eccellenze enogastronomiche agli agriturismi, può fare del turismo un veicolo per promuovere le economie locali e garantire uno sviluppo sostenibile e radicato nel territorio”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Pier Luigi Ledda, intervenendo all’ottavo congresso regionale della Fai Cisl, federazione agroalimentare e ambientale, intitolato “Alimenta il futuro. Lavoro, partecipazione, sostenibilità”. Al termine dei lavori l’assemblea ha votato la richiesta di reggenza dell’organizzazione, sulla quale si esprimerà nei prossimi giorni la Segreteria nazionale per comporre la squadra che guiderà la federazione nei prossimi mesi. 

L’AGENDA REGIONALE

“Nella nostra proposta di agenda per il futuro dell’isola – ha spiegato il segretario generale nel suo intervento – abbiamo posto, tra i temi chiave per il rilancio della Sardegna, agricoltura e agroindustria. Per noi devono essere strettamente collegati a turismo, ambiente, trasporti. Occorre una visione integrata e innovativa su questi temi, ancor più in una regione come la nostra, che ha grandi eccellenze soprattutto nell’agroalimentare, ma anche limiti dati da una continuità territoriale aerea e marittima che ancora deve dare risposte alle esigenze dei cittadini e del mondo delle imprese sarde”. Per il leader della Cisl, il turismo non deve essere un elemento avulso dal contesto economico dell’isola, “ma parte integrante di un sistema che include l’agroalimentare, l’artigianato, l’ambiente e la cultura locale. Integrare i prodotti 100% sardi nell’offerta turistica, dai ristoranti agli itinerari enogastronomici, non solo rafforza la competitività turistica, ma contribuisce a distribuire i benefici economici su tutto il territorio e sulle zone interne. Dobbiamo creare un modello che valorizzi il lavoro delle imprese locali e ne faccia un pilastro del rilancio economico”. Ledda ha richiamato la possibilità di sviluppare pacchetti turistici legati all’enogastronomia locale, includendo visite a cantine, aziende agricole e mercati tradizionali, “garantire che i prodotti locali siano protagonisti nelle strutture ricettive e nei ristoranti, creando un’identità turistica radicata nel territorio, promuovere sinergie tra agricoltori e operatori turistici, sviluppando reti territoriali che permettano la creazione di itinerari esperienziali”.

FAI REGIONALE

Il reggente regionale (che deve essere riconfermato tale dalla segreteria nazionale) Bruno Olivieri che ha sottolineato come “la Sardegna abbia un ruolo strategico nel Mediterraneo: la nostra condizione di insularità deve essere superata con il riconoscimento della continuità territoriale e la nascita delle ZES, Zone economiche speciali. Attraverso questi due elementi – ha proseguito Olivieri – si potrebbe programmare il rilancio dell’economia sarda, assicurando al sistema produttivo quella fiscalità agevolata attesa da decenni che può essere il vero motore della ripresa economica dell’isola. Inoltre, se vogliamo che le imprese possano investire nell’isola, è necessario rendere attrattiva la nostra regione attraverso una politica di gestione di costi energetici più bassi. Facciamo appello alla politica perché si investa in modo deciso sulle persone, sulle competenze e sull’innovazione, per trasformare le criticità in opportunità di crescita e sviluppo”.

FAI NAZIONALE

Ha, poi, concluso i lavori il segretario generale della Fai-Cisl nazionale Onofrio Rota, che ha ricordato la centralità del ruolo europeo per attivare politiche lungimiranti nel settore: “Pochi giorni fa il Commissario UE all’Agricoltura Christophe Hansen ha presentato il suo piano europeo e ha citato anche l’obiettivo di sostenere l’attrattività del lavoro agricolo e il ricambio generazionale nel settore, anche lavorando su salari e pensioni. Si tratta di priorità che stiamo avanzando da tempo a tutti i livelli di interlocuzione con le parti datoriali e le istituzioni, deve essere chiaro però che servono strumenti concreti e sostenibili che consentano anche di contrastare la concorrenza sleale e le speculazioni, che ricadono sulla pelle dei lavoratori, e quindi vigileremo perché la riforma della PAC confermi la condizionalità sociale e la renda operativa in tutti i Paesi UE”.

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