Caos nel parlamento serbo: fumogeni, scontri e proteste scuotono Belgrado

0 0
Read Time:2 Minute, 47 Second

Belgrado, 4 marzo 2025 – Una scena di caos senza precedenti ha travolto oggi il Parlamento serbo, trasformando l’aula dell’Assemblea Nazionale in un campo di battaglia simbolico e letterale. Durante la prima sessione primaverile, i deputati dell’opposizione hanno scatenato una protesta violenta, lanciando fumogeni, petardi e, secondo alcune fonti, persino gas lacrimogeni, per esprimere il loro dissenso contro il governo del presidente Aleksandar Vučić. Almeno tre parlamentari sono rimasti feriti, uno dei quali in gravi condizioni, mentre la tensione politica che da mesi scuote la Serbia è esplosa in modo drammatico.

Le Cause della Protesta

Il tumulto è scoppiato durante una seduta in cui si discuteva una legge sull’aumento dei finanziamenti per l’istruzione universitaria. Tuttavia, l’opposizione ha contestato la legittimità della sessione, sostenendo che il Parlamento avrebbe dovuto prima formalizzare le dimissioni del primo ministro Miloš Vučević, annunciate a febbraio in risposta alle proteste di massa iniziate a novembre 2024. Queste proteste, guidate principalmente da studenti, sono nate dopo il crollo di una pensilina alla stazione di Novi Sad, che ha causato 15 vittime, un incidente attribuito da molti a corruzione e incuria del governo.

I deputati dell’opposizione hanno esposto striscioni con scritte come “La Serbia si è sollevata perché il regime cada!” e “Giustizia per gli uccisi”, accompagnando le loro azioni con fischi e cori di vuvuzela. La situazione è rapidamente degenerata in scontri fisici, con il lancio di oggetti come uova e bottiglie d’acqua, oltre ai già citati fumogeni

La Reazione del Governo

La presidente del Parlamento, Ana Brnabić, ha cercato di mantenere l’ordine, urlando tra il fumo denso: “Ci potete uccidere, ma non potete fermare la Serbia nel suo percorso di sviluppo!” Nonostante il caos, la coalizione di governo ha proseguito i lavori, approvando la legge in discussione. Brnabić ha definito i membri dell’opposizione una “banda terroristica”, mentre altri esponenti della maggioranza hanno usato toni nazionalisti, accusando i critici di essere “antiserbi”.

Una Crisi Più Profonda

Gli eventi in Parlamento riflettono una crisi politica e sociale che sta scuotendo la Serbia da mesi. Le proteste di piazza, che coinvolgono studenti, lavoratori e cittadini comuni, chiedono trasparenza, giustizia e le dimissioni di Vučić, al potere da oltre un decennio. La tragedia di Novi Sad è diventata il simbolo di un malcontento più ampio, legato a corruzione percepita come sistemica e a un governo accusato di autoritarismo.

Fuori dal Parlamento, migliaia di manifestanti si sono radunati oggi a Belgrado e in altre città come Niš e Novi Sad, bloccando strade e chiedendo un cambio di rotta. La Serbia si trova così a un bivio, con il governo che deve affrontare una pressione crescente, sia interna che internazionale, mentre l’Occidente, la Russia e la Cina osservano da vicino un paese strategicamente cruciale nei Balcani

Cosa Succede Ora?

Con il termine ultimo per la formazione di un nuovo governo fissato per il 19 o 20 marzo, la Serbia potrebbe andare a elezioni anticipate a maggio se la crisi non si risolverà. Intanto, gli scontri di oggi hanno messo in luce una spaccatura profonda nella società serba, che difficilmente troverà soluzione senza un dialogo reale tra le parti. Per ora, Belgrado respira un’aria densa di fumo e incertezza, in attesa di capire se questa rivolta parlamentare sarà un episodio isolato o l’inizio di una svolta politica

print
Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *