Manca poco più di un mese al debutto della sperimentazione dell’Ape, l’anticipo pensionistico previsto dallo Stato per alcune categorie di lavoratori, che entrerà in vigore il prossimo primo maggio salvo modifiche dell’ultimo momento.
L’esecutivo dovrà infatti ultimare la rifinitura dell’ “Ape volontaria” e dell’ “Ape sociale”, ossia le misure previste dalla legge di Bilancio 2017, che consentiranno ai lavoratori di andare in pensione a 63 anni. Per arrivare al traguardo della pensione, oggi esistono diverse strade, che variano a seconda del profilo del lavoratore e vanno dall’Ape volontaria alla Rita, passando per l’opzione donna i lavori usuranti e l’Ape social.
Ape volontaria – L’Ape volontaria dà ai lavoratori dipendenti e agli autonomi iscritti alla gestione separata con almeno 20 anni di contributi la possibilità di ottenere la pensione anticipata a 63 anni (e quindi fino a un massimo di 3 anni e 7 mesi prima del normale pensionamento). Gli istituti di credito anticipano la somma che manca per raggiungere pensione di vecchiaia. L’importo anticipato dovrà poi essere restituito a rate in 20 anni dall’interessato, a partire dal pensionamento vero e proprio, sotto forma di trattenute mensili sull’assegno erogato.
Ape agevolata o social – A differenza di quella volontaria, l’Ape social è a carico dello Stato. Hanno diritto a questo trattamento le persone di 63 anni, con 30 anni di contributi alle spalle, che appartengono alle seguenti categorie: gli invalidi almeno al 74%; i disoccupati senza ammortizzatori; chi assiste un familiare di primo grado affetto da disabilità grave. Saranno invece necessari 36 anni di contributi per chi ha svolto per almeno 6 anni una delle 11 tipologie di lavori considerati gravosi o a rischio. L’assegno pensionistico erogato sarà di importo uguale alla futura pensione, fino a un massimo di 1.500 euro lordi.
RITA (Rendita integrativa temporanea anticipata) – E’ la rendita integrativa temporanea anticipata e si concede al lavoratore che ha maturato un montante in un fondo integrativo ma che vi deve attingere prima dell’età di pensionamento per poter usufruire di una rendita temporanea, per il periodo che manca alla maturazione del diritto alla pensione. Tale opportunità sarà agevolata fiscalmente con una tassazione inferiore a quella attualmente prevista per gli anticipi e pari a quella prevista sulla pensione complementare erogata a rendita. La Rita è destinata a lavoratori che hanno aderito alla previdenza complementare, con almeno 20 anni di contributi e 63 anni di età.
Opzione donna – E’ prevista per le lavoratrici e permette di andare in pensione a 57 anni e 3 mesi di età, se si è lavoratrici dipendenti, a 58 anni e 3 mesi se si tratta di lavoratrici autonome e con un minimo di 35 anni di contributi. L’assegno è in questo caso penalizzante perché ricalcolato con sistema contributivo.
Lavori usuranti – Ai lavoratori coinvolti si consente l’anticipo del pensionamento di 12 o 18 mesi eliminando le finestre di uscita previste dalla Legge Fornero; l’accesso alla pensione anticipata potrà avvenire se si è svolta un’attività usurante per almeno 7 anni negli ultimi 10 o per un numero di anni paro alla metà dell’intera vita lavorativa. Per queste categorie di lavoratori si elimina l’adeguamento dei requisiti alla speranza di vita dal 2019.
Lavoratori precoci – E’ il pensionamento anticipato per chi ha iniziato a lavorare molto giovane, cioè tutti quelli con 12 mesi di contributi legati al lavoro effettivo anche non continuativo prima del compimento del 19esimo anno di età. L’intervento mira a eliminare le penalizzazioni sul trattamento pensionistico previste dalla Fornero in caso di accesso al pensionamento anticipato prima dei 62 anni di età e consentire il pensionamento con 41 anni di contributi per i precoci disoccupati senza ammortizzatori sociali o in condizione di disabilità o per quelli occupati in alcune attività particolarmente gravose.
Cumulo dei contributi – Serve per consolidare le anzianità contributive frammentate presso le gestioni Inps, come ex Inpdap ed ex Ipost e presso le forme pensionistiche obbligatorie dei lavoratori autonomi. Chi la richiede può ottenere un trattamento pensionistico unitario che comprende la contribuzione accantonata nelle diverse gestioni o nei fondi. Questi partecipano, pro quota, a definire la pensione. L’operazione di cumulo è gratuita.
Fonte: Tiscali