Lavoro nero. A rischiare non è solo il datore di lavoro suscettibile di sanzioni pecuniarie che possono arrivare fino a 36.000 euro, ma anche il lavoratore che accetta di lavorare in maniera irregolare.
A modificare la disciplina sanzionatoria prevista per il lavoro nero è stato il Jobs Act, con cui si è voluto chiaramente stabilire che il lavoratore non è immune alle sanzioni e che in caso di richiesta di impiego irregolare è un dovere, prima ancora che un diritto, denunciare il datore di lavoro e rifiutare la proposta di lavoro.
Cosa rischia il lavoratore che accetta un lavoro in nero?
Oltre a sanzioni addebitate nella forma di multe, è prevista anche la reclusione fino a 2 anni al lavoratore che dichiara di essere disoccupato e che quindi risulta, allo Stato, come titolare del diritto a percepire l’indennità di disoccupazione. Si tratta di quanto previsto dal’ ex. articolo 483 del Codice Penale, ovvero la pena inflitta per reato di “Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico”.
La sanzione aumenta, però, nel caso in cui il lavoratore che lavora in nero sia effettivamente titolare di indennità di disoccupazione o di altre prestazioni a sostegno del reddito erogate dallo Stato o dall’Inps in favore dei disoccupati: ecco che quindi può essere sanzionato per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. La sanzione in questo caso può portare alla reclusione da tre mesi a tre anni.
La sanzione addebitata al lavoratore in caso di lavoro nero viene proporzionata all’ammontare delle prestazioni sociali e delle agevolazioni di cui si è indebitamente beneficiato. Per somme di importo pari o inferiore a 3.999,96 euro è prevista l’applicazione di una sanzione amministrativa da 5.164 euro a 25.822 euro.
Il Jobs Act ha previsto l’inasprimento della disciplina sanzionatoria in caso di lavoro nero proprio per i datori di lavoro. Nel caso di lavoro irregolare, il datore di lavoro è condannato a pagare una sanzione calcolata sulla base dei giorni di prestazione di lavoro nero, incrementata del 20% nel caso di assunzione di stranieri extracomunitari non in possesso di regolare permesso di soggiorno o di minori. La sanzione per il datore di lavoro può arrivare fino a 36.000 euro.
C’è da dire che il lavoratore, nella maggior parte dei casi, accetta il lavoro in nero quando non ha altra via d’uscita se non quella di andare a rubare per mangiare. Ma le colpe non sono da addossare completamente sul datore di lavoro che si trova strozzato da una miriade di oneri che gravano sul rapporto di lavoro. Tanto per essere chiari a fronte di un netto alla mano di 1000 euro nelle tasche del lavoratore il datore deve sborsare tra contributi e oneri accessori altri 800 euro