Riordino province. Il Parteolla dice addio a Cagliari e finisce in provincia di Carbonia

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I referendum, “anticasta” del 6 maggio 2012 con i quali i sardi sono stati chiamati a decidere sull’abolizione delle province hanno indicato chiaramente la strada da intraprendere. Sono state abrogate le cosiddette nuove province “Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano e Carbonia-Iglesias” ed anche per le 4 province storiche Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano il referendum consultivo ha indicato che i sardi vogliono fare a meno anche di queste. In pratica le province sono state ritenute, da

una schiacciante maggioranza, enti inutili ad ogni livello. Ed ecco che i politici al posto di adoperarsi per mettere in atto la volontà popolare si sono adoperati per far rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta quel che è peggio con modifiche peggiorative per i cittadini. La nuova provincia del Sud Sardegna non fa altro che creare disagi ai cittadini. Il capoluogo è stato indicato in Carbonia ciò vuol dire che il territorio del Parteolla, che ha Cagliari come riferimento storico, naturale per via della posizione geografica, per i collegamenti e la distanza, oggi deve far riferimento a Carbonia che sta tutta da un’altra parte. A questo punto c’è da chiedersi ma con quale logica si fanno certe scelte? Ma devono essere le istituzioni al servizio dei cittadini oppure i cittadini al servizio delle istituzioni? Mi sorprende la rassegnazione dei nostri politici locali, quelli che rappresentano i comuni e le unioni dei comuni, che subiscono i disagi più pesanti. Nessuno pretende che ci si incateni o si metta una tenda di fronte al palazzo regionale, ma far sentire il proprio disappunto attraverso la stampa? Coinvolgere i cittadini convocando le assemblee popolari? La gente si chiede se ci siete ancora o bisogna aspettare la prossima campagna elettorale per promettere che vi impegnate a risolvere la situazione. Chi è bravo a parlare risponderà con parole di fuoco a questa denuncia ma saranno parole, soltanto parole ed il problema non si risolve con le parole, inveendo contro qualcuno o cercando scuse

Giorgio Lecis

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