Definisce “un successo” la visita a Roma del 25 settembre scorso, il generale libico Khalifa Haftar, durante la quale ha presentato “un piano elaborato” per il contrasto dell’immigrazione illegale. A riferirlo è lo stesso Haftar, in un’intervista al Corriere della Sera, spiegando di “aver parlato a lungo con il ministro della Difesa Pinotti, quello dell’Interno Minniti, il capo di Stato maggiore Graziano e il capo dei vostri servizi segreti, che conosco da tempo ormai”. Più nel dettaglio, il piano da lui proposto “comprende la necessità di trattare con i Paesi confinanti la Libia da cui partono i migranti. Quanto al controllo delle frontiere Sud, le mie forze possono fornire manodopera, ma voi europei dovete inviare aiuti: droni, elicotteri, visori notturni, veicoli…”. Ma l’Italia rispetta l’embargo Onu contro l’invio di materiale bellico in Libia, fa notare il giornalista. “Da tempo dico che tale embargo va cancellato nei riguardi del nostro esercito nazionale – replica l’uomo forte della Cirenaica – . Tutti i Paesi europei interessati a fermare i migranti dovrebbero revocarlo. Il ministro Pinotti comunque ha già accettato un programma di addestramento dei nostri soldati in Italia”. Quanto alla soluzione della crisi libica, sulla quale – come ribadito in una nota dalla stessa ministra Pinotti – l’Italia sostiene i piani Onu e condanna il ricorso alla guerra, Haftar spiega: “Attendo di incontrare l’inviato dell’Onu Ghassan Salamé e discutere della sua road map. Quanto alla questione del ricorso alla forza, non abbiamo bisogno di consigli. Ovvio che preferiremmo le vie della politica, ma quando queste non funzionano occorrono altre soluzioni. Stiamo sconfiggendo il terrorismo in Libia, non per via diplomatica, bensì con le armi. Sta a noi decidere come difendere il nostro Paese e i suoi abitanti. Sino ad ora non abbiamo ancora fatto uso della forza per risolvere la crisi politica interna”.
Fonte: AdnKronos