Sassari. La tensione nel quartiere di Santa Maria di Pisa stava salendo alle stelle già da qualche giorno. C’erano piccoli segnali – che radio quartiere aveva registrato – che la polveriera prima o poi sarebbe esplosa, e così è stato. Ieri all’ora di pranzo è bastata una scintilla per scatenare una guerriglia urbana tra residenti e ospiti del centro di prima accoglienza del Pime, che solo per miracolo non ha lasciato vittime per terra. Tensione e paura anche a tarda sera per il lancio di molotov contro il centro e la strada fra via Cilea e via Solari bloccata al traffico dalle auto della polizia con i lampeggianti accesi.
I fatti. Circa settanta persone poco dopo le 13, quando mancava poco all’uscita dei bambini da scuola, si è sono fronteggiate per alcuni interminabili minuti a pochi metri dall’edificio scolastico di via Kennedy, tra via Leoncavallo e piazza Dettori, al confine tra i quartieri di Latte Dolce e Santa Maria di Pisa. In quattro, due giovani sassaresi e due ospiti del centro, sono finiti al pronto soccorso per ferite alla testa e alle gambe, ma fortunatamente per nessuno si è reso necessario il ricovero.
Le reazioni. Le reazioni nel quartiere sono indispettite perché, secondo gli abitanti, “nessuno controlla i migranti. Abbiamo paura”. Il responsabile della casa d’accoglienza Paolo Cermelli butta acqua sul fuoco: “Sono bravi ragazzi, vogliono solo integrarsi”. Fra le testimonianze di quanto accaduto, il padre di un ragazzo di Sassari, ferito negli scontri: “Mio figlio è finito con la testa spaccata al pronto soccorso. Una guerriglia mai vista”.
La politica. Anche gli esponenti della politica cittadina parlano dell’accaduto. Il sindaco Nicola Sanna: “Dietro la lite non c’è alcun razzismo. La situazione è monitorata”. Ma l’opposizione attacca con forza: “Stipiamo persone chevengono abbandonate, altre che integrazione. Ora occorre che le regole vengano rispettate”. (lanuovasardegna.it)
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