«A Roma possiamo dare la spallata al governo Renzi», quel governo che sottobanco vende armi e finanzia i Paesi che fiancheggiano i terroristi: è durissimo con il premier Alessandro Di Battista, deputato del Movimento Cinque Stelle, protagonista della terza puntata di #Corrierelive, la diretta streaming diCorriere tv in collegamento interattivo con i lettori, condotta da Tommaso Labate, con Alessandro Trocino e Alessandra Arachi.
Roma ha ragione ad avere paura, ma il Giubileo non va rinviato
Si parte dall’emergenza terrorismo e dalla psicosi per il Giubileo. Roma è sicura? Secondo Di Battista, non proprio: «Roma, la capitale, tra pochi giorni sarà sede del Giubileo, ma a Fiumicino la sicurezza è al 40%, negli anni ‘90 avevamo mille operatori di forze dell’ordine, oggi 700, a Termini il 50-60% delle telecamera è fuori uso. E dieci commissariati a Roma sono sotto sfratto per morosità- critica Di Battista- Noi ripetiamo che si è intervenuti drasticamente per ridurre le risorse alle forze dell’ordine. La classe politica ce l’ha con le forze di polizia. Molti carabinieri non sono in grado di colpire un bersaglio in movimento». Roma dunque «ha ragione ad avere paura», anche perché «il livello del ministro dell’Interno è scadente: sono anni che si fanno denunce sulla scarsezza di mezzi delle forze dell’ordine», dice Di Battista, ricordando che il M5S ha presentato un emendamento per aumentare le risorse a disposizione della sicurezza, ma il governo l’ha bocciato. Eppure, il leader M5S non reputa opportuno rinviare il Giubileo, «perché sarebbe una vittoria di chi vuole incutere del terrore. Se inizi a rinviare, palesi la tua totale incapacità di gestire la sicurezza in Italia», spiega Di Battista.
«L’Italia aiuta i Paesi che aiutano il terrorismo»
A distanza di 14 anni dall’attentato alle Torri Gemelle, oggi il mondo è più sicuro? Secondo Di Battista «no. Le vittime del terrorismo sono quadruplicate dal 2001 ad oggi, perché le guerre hanno aumentato il terrorismo». Secondo Di Battista, «il terrorismo si insinua in una guerra tra sciiti e sunniti» e a sua volta il nostro Paese si insinua in questa guerra «vendendo armi prima all’uno e poi all’altro e poi volendo intervenire per cambiare gli esiti delle guerre a nostro favore». «Come si può dire che l’Italia combatte il terrorismo se poi aiuta i Paesi che aiutano il terrorismo, come l’Arabia Saudita?», si chiede il deputato. Una tesi che anche Beppe Grilo rilancia oggi sul suo blog: «Il presidente del Consiglio mente vergognosamente – si legge sul post – Intervistato su Sky Tg 24 ha dichiarato `L’Italia non fa affari con finanziatori del terrorismo´. I fatti lo smentiscono. Secondo dati del Dipartimento Usa ammontano a 40 milioni di dollari in 2 anni i finanziamenti all’ Isis da Arabia Saudita, Kuwait, e Qatar.Tutti Paesi con i quali l’Italia fa affari, tramite anche partecipate pubbliche come Finmeccanica. L’8 e 9 novembre il premier italiano era in Arabia Saudita. Come denunciato da Amnesty International, l’Italia continua ad esportare bombe in quel Paese. Non solo». «Proprio poche ore fa da Cagliari è partito un carico di bombe destinato all’Arabia Saudita ed è arrivato questa mattina», scrivono i 5 Stelle, che riportano un tweet di denuncia di Francesco Vignarca, coordinatore di Rete Disarmo, che riporta anche la mappa con il percorso del carico tracciato. «Il tutto – incalzano i grillini – in barba alla legge 185 del 1990 che vieta l’autorizzazione all’esportazione di armi verso Paesi in guerra».
Fermezza o trattativa?
Secondo Di Battista, la strada è quella della fermezza: «Non si può trattare con i tagliagole». «La fermezza non significa però le bombe. Occorre iniziare dialogare con determinati Paesi, come sta facendo Obama con l’Iran, occorre scongelare alcuni rapporti. Mi sembra che a volte l’Italia abbia dimenticato troppo spesso l’interesse del Paese volendo comportarsi supinamente rispetto agli Stati Uniti. L’Italia negli ultimi decenni per strizzare l’occhio agli Usa ha sacrificato gli interessi nazionali», per il leader 5S.
Controllo dei confini e dei rifugiati
«Gli ultimi attentati dimostrano che i terroristi sono nati, cresciuti e si sono formati dentro i paesi dove poi fanno gli attentati. Quindi, non ha molto senso la chiusura dei confini. Ma magari servirebbe un maggiore controllo dei confini e invece in Italia ce n’è poco», spiega Di Battista. Ha senso quindi intervenire su quest’aspetto, ma anche «su quei centri che assegnano lo status di rifugiato». La proposta del leader Cinque Stelle? Assumere giovani che possano lavorare su questo fronte ed evitare che gli immigrati vengano tenuti per mesi nei centri di accoglienza, senza una vera distinzione tra chi può restare e chi no nel nostro Paese.
Sì al pacchetto sicurezza
Se il governo proponesse un pacchetto di emergenza adesso, il M5S voterebbe sì: «Serve un decreto speciale per la sicurezza», ammette Di Battista. «Siamo per la sospensione delle sanzioni alla Russia, e proveremmo invece a dare sanzioni a tutti quei Paesi che hanno rapporti con quelle potenze che hanno legami col terrorismo o che acquistano fosfato e in cambio danno degli armamenti. Dove vi è lo Stato islamico, non ci sono armamenti, quindi qualcuno gliele vende». Sempre sul tema sicurezza, Di Battista lancia una frecciata alla Lega: «Senza polemica a Salvini, parla tanto di sicurezza, ma si è mai tagliato un euro di stipendio per darlo alle forze dell’ordine?».
Missioni sì, ma con criterio
Su un tema delicato come quello delle missioni internazionali, i Cinque Stelle si stanno opponendo: non c’è un atteggiamento positivo, nota Trocino. Dura la replica di Di Battista: «Ma ha senso impegnarsi ancora in Kossovo, Afghanistan, dove ci sono state dalle 140 mila alle 320 mila vittime civili? Non è che tutte le missioni all’estero siano sbagliate -nota- Quella in Libano, ad esempio, sta funzionando. Ma ci sono delle priorità».
La candidatura a sindaco di Roma
Di Battista candidato? «No, non ci sono speranze», dice il deputato, che però anticipa che i Cinque Stelle stanno lavorando per decidere come scegliere il candidato. «Quando abbiamo proposto le Quirinarie, si trattava di un’elezione di secondo livello. Il Presidente della Repubblica non è un organo politico, mentre il sindaco deve essere espressione di una forza politica. Quindi dovrà essere un residente a Roma e iscritto ai Cinque Stelle. Ma non sappiamo ancora se la consultazione coinvolgerà tutti i cittadini di Roma o tutta Italia», anticipa Di Battista a #Corrierelive. Metodi diversi per città diverse? «Certo, gruppi di cittadini autonomi si organizzano e propongono determinate liste: il movimento è meraviglioso per questo. Il nostro obiettivo è che il cittadino si faccia Stato. Non conosco la candidata di Milano, l’hanno scelta i gruppi. E così succederà a Roma». Nella capitale i Cinque Stelle hanno già un programma: combattere gli sprechi scoperti dai consiglieri e investire sui trasporti: «Questo è il problema principale della città. Quel circolo viziato delle municipalizzate, tangentifici o poltronifici, va interrotto: il problema non è l’azienda pubblica, ma la sua gestione».Circolano due voci false, secondo Di Battista: «Non è vero che il Pd voglia farci vincere né che noi non vogliamo vincere: vincere a Roma e dimostrare di essere buoni amministratori in una città così complessa, e a dimostrare credibilità, significherebbe dare una spallata a Renzi». «Il Pd è terrorizzato da una nostra vittoria nella capitale», ha aggiunto.
Il caso De Luca
«E’ molto triste dover constatare che il sindaco Marino, che abbiamo combattuto per le sue dimissioni, sia stato fatto fuori dal Pd per delle colpe decisamente minori e meno gravi commesse dall’attuale governatore dalla Campania».
Il referendum sull’Italicum
«Il M5S cercherà di spiegare ai cittadini come funziona l’Italicum e cosa comporterà, non farà la battaglia con nessun altro partito, ma con i cittadini», anticipa Di Battista.
I Cinque Stelle senza Grillo? «Più maturi»
Dopo il passo indietro, «Beppe Grillo non è sparito: resta il garante e il proprietario del simbolo», ha spiegato Alessandro Di Battista nel corso di #Corrierelive. Mentre Gianroberto Casaleggio, «persona che stimo moltissimo e che ha fondato con Grillo M5S, spero che essendo molto preparato e persona capace possa dare una mano ai 5 stelle per sempre». «Sono persone – ha spiegato ancora – che hanno avuto anni fa un’idea che rappresenta un sogno per milioni di italiani. Anche chi non ci vota deve esserci grato perché rappresentiamo la speranza per un paese dove c’è sempre stato il malaffare». Sulla loro presenza e sul loro ruolo in futuro, ha concluso: «Poi vedremo nei prossimi mesi e nei prossimi anni cosa accadrà». Mentre i partiti continuano ad essere leader centrici, il M5S procede verso la democrazia diretta, nota Di Battista, «sempre più un movimento che appartiene a tutti i cittadini». Ancora prematuro però parlare del candidato premier, dell’erede di Grillo: «Ma ci sono molte persone nel movimento che possono ricoprire questo ruolo», assicura Di Battista.
fonte: www.ilcorriere.it
Sono curioso di vedere se effettivamente dopo due elezioni, i candidati 5 stelle, se ne tornano a casa a fare ciò che facevano prima. Ci credo molto poco ma il tempo potrà darmi torto e/o ragione.