Cagliari. “Raccontare le migrazioni” deontologia o propaganda politica?

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Cagliari. Incontro formativo per i giornalisti sardi nell’Aula Magna della Facoltà Teologica della Sardegna,

organizzato dall’Ucsi Sardegna, Ordine dei Giornalisti Sardegna, Ufficio Comunicazioni Sociali diocesi di Cagliari e Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna per “raccontare le migrazioni”. La capiente sala è gremita di giornalisti introduce l’argomento il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna Francesco Birocchi poi prosegue con il dialogo tra Anna Piras, capo redattore TgR Rai Sardegna e Marco Impagliazzo, professore ordinario di storia contemporanea e presidente della Comunità di Sant’Egidio. Il professore espone alla platea il lavoro della Comunità di Sant’Egidio in tema di migranti. Il dialogo prosegue e la brava giornalista fa da sponda ed il professore si sofferma sulle tipologie dei migranti, da quelli che scappano dalla guerra, ai migranti economici e a quelli climatici. Parla del Papa che ha portato in Italia, nel suo aereo, al ritorno dal suo viaggio pastorale 14 migranti, poi spiattella dati statistici sulle percentuali di migranti presenti sul territorio nazionale e considera l’immigrazione un fenomeno inarrestabile. Minimizza i problemi sull’integrazione e propone alcune ricette in tema di accoglienza, come quella di andare a prenderli direttamente con l’aereo. Poi si spinge oltre usando e modellando i dati che col passare dei minuti sembrano molto vicini alla campagna elettorale della sinistra. Il sospetto diventa una prova quando punta il dito contro Berlusconi per la sua campagna elettorale e ancor di più quando cita Salvini senza mai nominarlo per il rimpatrio dei migranti irregolari. Cerca, per la verità, maldestramente di tranquillizzare, anzi di convincere la platea che i migranti che arrivano sono più donne che uomini, mettendo nel conteggio anche le badanti che arrivano dall’Ucraina. Questo denota la scarsa conoscenza del fenomeno delle badanti dell’est che, al contrario dei migranti dell’Africa che sono in larghissima maggioranza uomini, vengono in Italia e si trattengono giusto il tempo per guadagnare un po di soldi per sistemare figli e famiglia poi tornano nei loro paesi d’origine. Poi il solito discorso sui lavori che gli italiani non vogliono fare e l’invecchiamento della popolazione. Nessun accenno sul fatto che il 40% della popolazione giovanile non trova lavoro e che per lavorare deve andare all’estero.

Giorgio Lecis

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Giorgio Lecis

Giornalista. Direttore responsabile
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