La prefettura di Cagliari smentisce i dati sulla criminalità in Sardegna pubblicati dal Solo 24 ore

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Cagliari. “Il Sole 24 Ore”, nell’edizione di ieri 22 ottobre 2018, ha pubblicato il rapporto annuale 2018 sugli indici di criminalità nelle province italiane; secondo quanto riportato in tale rapporto, quella di Cagliari si collocherebbe – con un indice di delittuosità pari a 5.182,95 denunce ogni 100 mila abitanti – all’ottavo posto della relativa graduatoria nazionale per quanto attiene ai reati accertati nell’anno 2017.

Tuttavia, poiché l’indice di delittuosità di una data realtà territoriale si calcola moltiplicando il numero dei reati accertati per 100.000 e dividendo per il totale della popolazione residente della stessa, atteso che i reati accertati nel territorio della (ex) provincia di Cagliari sono stati 22.388, tale indice di 5.182,95 si otterrebbe se la popolazione residente fosse pari a circa 430 mila persone (che corrisponde, in linea di massima, alla popolazione della sola Città metropolitana di Cagliari), mentre l’intera provincia statale di Cagliari (dato che qui interessa) conta circa 785 mila abitanti.

Considerato tale ultimo dato, il reale indice di delittuosità provinciale di Cagliari si attesta su una cifra pari a 2.851,97; quindi, circa allo 81° posto nella graduatoria nazionale.

Sebbene debba quindi essere nuovamente calcolato l’indice di delittuosità generale, così come quello dei singoli reati considerati, si deve sottolineare che risulta invece confermato il dato relativo all’incremento registrato in tema di delitti legati alle sostanze stupefacenti.

Assodata la rilevanza del fenomeno, pare opportuno evidenziare che tale incremento si presta ad una duplice lettura. I reati legati agli stupefacenti quasi mai vengono denunciati dai singoli cittadini. Essi, usualmente, sono il risultato dell’azione delle Forze di polizia. Quindi, l’aumento può indicare certamente la rilevanza del fenomeno in questa realtà territoriale, ma anche il grandissimo impegno e lo sforzo profuso in ambito locale nell’azione di prevenzione, di contrasto e di repressione.

Ad un presidio costante del territorio, specie delle zone cittadine ritenute maggiormente a rischio, si sommano infatti specifici capillari servizi svolti presso tutte quelle zone reputate maggiormente sensibili (ad esempio, porti e aeroporto) che potrebbero essere utilizzate per introdurre gli stupefacenti sul territorio regionale, che vedono sinergicamente coinvolte tutte le Forze di polizia, con la collaborazione delle altre amministrazioni pubbliche interessate.

Sebbene non siano state rilevate criticità, una particolare attenzione viene riservata, segnatamente, al mondo della scuola, nell’ambito dell’iniziativa “Scuole Sicure”.

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