Roma. Sono dieci le Regioni chiamate in causa ieri mattina dagli infermieri Nursing Up al grido di #noaldemansionamento, tra flasmob ed infopoint infermieristici, per chiedere un cambio di rotta alle Aziende sanitarie che non assumono sufficiente personale e far fronte all’emergenza estiva ormai alle porte, le iniziative di protesta sono organizzate di fronte alle rispettive sedi regionali a: Trento, Genova, Torino, Venezia, Bologna, Ancona, Perugia, Firenze, Palermo, Cagliari.
La mobilitazione degli infermieri Nursing Up ha visto una grande manifestazione in Piazza Castello a Torino, dove sono hanno presenziato personalità politiche e rappresentanti istituzionali che daranno il loro contributo per combattere contro il grave fenomeno del demansionamento. In contemporanea le iniziative vanno avanti con un calendario diffuso su tutto il territorio nazionale, tante le attività infermieristiche dedicate alla popolazione nei presidi.
La prima tappa degli infermieri in rivolta è stata la Regione Lazio, l’8 maggio, dove i professionisti hanno inscenato una danza della resistenza pacifica distribuendo volantini della campagna #noaldemansionamento e offrendo ai cittadini servizi di competenza infermieristica, come ad esempio la misurazione della pressione. A seguire si sono svolti il 9 maggio i presidi in forma statica davanti alle sedi regionali di: Lombardia (a Milano, dove una delegazione è stata ricevuta in Regione), Campania (a Napoli, presso il Centro Direzionale) e Molise (a Campobasso). Tanti i cittadini che si sono fermati per informarsi sui motivi delle proteste e dimostrare il loro appoggio agli infermieri.
Tutte le manifestazioni rientrano nell’ambito della campagna #noaldemansionamento, lanciata dal sindacato Nursing Up in Assemblea nazionale, dove centinaia di attivisti accorsi da ogni parte d’Italia hanno denunciato ciò che accade in numerose Aziende sanitarie, dove i professionisti della salute sono costretti quotidianamente a fare fronte a una situazione emergenziale dovuta alla grave carenza di organico con punte di criticità nelle Regioni sottoposte ai piani di rientro. Ma per il personale del Ssn, già ridotto ai minimi termini per il blocco decennale del turnover, la situazione è destinata a peggiorare in vista di ulteriori emorragie causate dai prepensionamenti di Quota 100.
“Il demansionamento degli infermieri scaturisce come conseguenza delle criticità del contesto sanitario, caratterizzato, ora più che mai, dalla disorganizzazione del lavoro che dipende dalla carenza o assenza di personale ausiliario e da politiche decennali tese a depauperare il Servizio pubblico. Tagliare le risorse ad esso destinate, lo sappiamo bene, significa comprimere i diritti che fanno capo sia al cittadino, che chiede legittimamente di essere curato, sia al lavoro degli infermieri costretti a svolgere funzioni improprie, i quali, perdendo dignità e valorizzazione, vedono scadere loro malgrado la qualità dell’assistenza”. A spiegarlo Antonio De Palma, presidente del Nursing Up.
Per il leader sindacale è giunta l’ora di serrare i ranghi della categoria che sopporta da lungo tempo condizioni di lavoro inaccettabili, a fronte di un’evoluzione della figura infermieristica dal punto di vista della responsabilità professionale e dell’inquadramento ordinistico (l’albo conta 450mila unità, di cui 270mila in forze alla PA), ma senza i relativi riconoscimenti a livello di valorizzazione professionale, consentendo uno sfruttamento pericoloso da parte delle Aziende. “Lottiamo insieme, infermieri e cittadini, uniti e solidali contro il demansionamento degli infermieri per esercitare la professione senza doverla sacrificare per logiche di risparmio che danneggiano il diritto alla salute. Ci vuole un grado maggiore di consapevolezza da parte di ognuno di noi – ribadisce De Palma – ce lo impone il nostro senso del dovere e ce lo chiede in primis la gente che attende mesi in lista d’attesa per accedere ad una visita specialistica”.
“Adesso occorre un cambiamento culturale – chiosa il presidente Nursing Up – per aiutare gli infermieri a fermare le pericolose ricadute che il fenomeno comporta sulla qualità dell’assistenza ai cittadini. Con questa campagna vogliamo richiamare le Aziende sanitarie alle loro responsabilità, informare i professionisti sulla problematica e affrontarla concretamente acquisendo le denunce di ciò che accade”. Nell’ambito della campagna #noaldemansionamento sono previste non solo forme di protesta organizzate dalle delegazioni regionali, ma anche dibattiti con personalità politiche e infopoint su materie di competenza professionale infermieristica con attività di cui i cittadini potranno usufruire.