Nei locali della Manifattura Tabacchi, si è aperta oggi la Summer School Eia Exploring Artificial Intelligence in Art, scuola scientifica del CRS4 di alta formazione, che si rivolge a creativi, ai tecnologi, agli umanisti disposti a interrogarsi sulle implicazioni sociali e culturali di questa stagione artistica contemporanea, per indagare nuove forme di collaborazione tra creatività umana e creatività computazionale.
Stamani, il benvenuto è stato a cura di Linda Di Pietro, manager culturale Manifattura di Cagliari che ha spiegato come la Manifattura nasce per diventare centro multifunzionale di ospitalità, produzione e promozione delle attività legate alla creatività artistica, culturale, scientifica e dell’innovazione digitale, con l’obiettivo di posizionare a Cagliari una infrastruttura di livello internazionale per la nascita e la crescita di progetti e imprese innovative che promuovano la contaminazione tra arte, scienza e società. In questo senso Manifattura sta costruendo programmi di ricerca, residenza artistica e co-progettazione a sostegno dei soggetti che si muovono tra questi campi.
L’apertura dei lavori si è tenuta con ‘Intelligenza Artificiale, la sfida alla creatività’: una conversazione per interrogarsi sulle implicazioni sociali e culturali dell’era creativa contemporanea e indagare le nuove forme di collaborazione tra creatività umana e creatività computazionale. Ora che la riproducibilità tecnica dell’opera d’arte non sgomenta, che l’arte si è reinventata e rimediata, quale sarà il cambiamento delineato dall’ Intelligenza Artificiale? Sarà una forma di collaborazione e co-generazione Uomo Macchina o sarà un radicale cambio di paradigma?. Se n’è parlato con Pamela Ladogana e Ignazio Macchiarella dell’Università degli Studi di Cagliari, Annamaria Monteverdi dell’Università degli Studi di Milano e Nevina Satta, della Fondazione Sardegna Film Commission.
Sempre in mattinata, vi è stata la presentazione del libro ‘Arte, tecnologia e scienza’ a cura dell’autore Marco Mancuso: un’occasione per conoscere meglio uno dei più autorevoli ricercatori nell’ambito dei nuovi media e per capire cosa è Digicult, fondamentale risorsa online per chi si occupa di cultura digitale.
Il programma per il pomeriggio di oggi prevede, alle ore 16.30 Panel 2: il mondo dell’arte ha sempre utilizzato materiali e componenti sofisticati; nonostante ciò, proprio l’età contemporanea ha sottostimato per molto tempo le discipline digitali. Ora, l’arte è stata profondamente trasformata dalla tecnologia, anche nel suo rapporto con altri ambiti disciplinari come il design, l’architettura, il suono, la performance, la moda, le autoproduzioni.
Non sono cambiate solo creazione e fruizione, ma sono cambiati anche i presupposti che spingono una persona a produrre arte, tenendo conto dell’impatto che tecnologie e produzione scientifica hanno ormai sulla società contemporanea. Cercare di eliminare questa confusione che si è creata nel passaggio della tecnologia e della scienza dal mondo accademico, da quello della ricerca e/o del mero utilizzo a un contesto di produzione multidisciplinare, potrebbe essere il primo passo per capire e guidare migliori scenari formativi, espositivi ed economici per l’arte. Se ne parla con Marco Mancuso, ideatore della piattaforma Digicult, Daniela Tozzi della Galleria Adiacenze di Bologna, i None Collective e l’artista Franz Rosati A/V set NXLL AV.
Un live set audiovisivo dove i suoni del disco Nulltelekhéia vengono accompagnati dalle immagini del progetto videoartistico Map of Null. Paesaggi virtuali abbandonati e attraversati soltanto dai propri riflessi, deformati da percussioni lente e metalliche e melodie sommerse, si sviluppano in una costruzione di iterazioni senza fine all’interno di una dimensione sonora e visiva estratta dal tempo e dallo spazio.
Danilo Casti A/V set W.I.T.B.O.S. WORK IS THE BLACKMAIL OF SURVIVAL.
Dove si muove il suono contemporaneo? Dove si muove la necessità di esistere? Dove si muove il confine della consapevolezza? Ritmi generativi e glitch compressi accompagnano mondi visuali minimali e monocromatici controllati da processi di apprendimento automatico.
Installazione di Ultravioletto in Manifattura Tabacchi: dal 15 Luglio e per tutta la durata della scuola scientifica sarà visitabile l’installazione ‘405 Field’: 405 nanometri è la lunghezza d’onda della luce visibile di questa installazione, realizzata con un flusso etereo di laser in continua evoluzione e dialogo con lo spazio. “405 Field” è un lavoro di ricerca in continua evoluzione.
Un’installazione che gioca con la percezione dell’ambiente che ci circonda e che ridefinisce continuamente il punto di vista di chi osserva. L’opera invita gli spettatori a immergersi in uno spettacolo di luce, matematica e suono unico nel suo genere.
‘Ultravioletto’: è uno studio di interaction design. Opera nell’area multidisciplinare che fonde architettura e design, racconto e installazione, contaminandoli con le nuove tecnologie emergenti. Ultravioletto ha una spiccata sensibilità nella sperimentazione su un percorso di ricerca espressivo che valorizza i progetti di comunicazione quanto le opere artistiche che realizza.
Un lavoro tra arte e nuovi media, che ha portato alla realizzazione di installazioni interattive, performances e ambienti immersivi. Opere in cui la dimensione analogica e digitale si uniscono per creare un linguaggio capace di esaltare l’esperienza.
Alberto Porcu Zanda