Da lunedì scatterà la fase due prevista dal Reddito di cittadinanza, la misura bandiera del M5s: si parte 704mila beneficiari ‘occupabilì. La data di lunedì coincide col battesimo sul campo dei navigator.
Sono per l’esattezza 704.595 le persone per cui scoccherà l’ora x: da lunedì cominceranno ad essere convocati dai Centri per l’impiego per stipulare il Patto, mettendo nero su bianco il «bilancio delle competenze». Come previsto dalla legge, saranno chiamati non soltanto gli intestatari del Reddito ma anche i componenti del nucleo familiare maggiorenni che non sono occupati e che non frequentano un corso di studi. Secondo i dati del ministero del Lavoro, pubblicati sul sito dell’Anpal Servizi, la gran parte dei soggetti da avviare al lavoro risiede nelle principali regioni del sud Italia: circa il 65% di questi beneficiari, infatti, proviene da Campania (178.370), Sicilia (162.518), Calabria (64.057) e Puglia (50.904).
Una volta definito il Patto per il lavoro, il beneficiario dovrà rispettare gli impegni, prima di tutto, quello di accettare almeno una delle tre offerte di lavoro «congrue» che si prevede vengano avanzate. Offerte che, in sostanza, saranno così articolate: nell’arco dei primi 12 mesi di fruizione del Reddito, la prima offerta lo sarà se entro i 100 chilometri di distanza dalla residenza (o comunque raggiungibile con un massimo di 100 minuti con i mezzi pubblici), la seconda entro i 250 chilometri e la terza si allarga sull’intero territorio italiano. Dopo 12 mesi anche la prima offerta rientra nei 250 chilometri.
Se non se ne accetta alcuna, si perde il Reddito di cittadinanza. Sono previste delle deroghe per chi ha in famiglia persone disabili o figli minori. E non per tutti, comunque, sarà obbligatorio: per alcuni nuclei in particolari situazioni di disagio è possibile attivare il Patto per l’inclusione sociale.