San Vero Milis, Pietro Marongiu presenta Oltre la Notte

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Gli appuntamenti con la cultura e lo spettacolo, inseriti nel calendario delle iniziative estive “AltriMari”, continuano a San Vero Milis con la presentazione dell’ultima fatica letteraria di Pietro Marongiu, “Oltre la notte” edito da La Zattera.
L’evento si svolgerà il prossimo 5 settembre, con inizio alle ore 19  negli spazi del giardino del Museo in via Santeru.

Il libro, riporta le riflessioni del protagonista che non si è ancora liberato dagli incubi da lui vissuti come inviato di guerra, prima in Bosnia Erzegovina e successivamente in Albania, dove aveva toccato con mano gli orrori della guerra.

Maura Frau, in una nota sull’opera di Pietro Marongiu, scrive: “Quando ho finito di leggere Oltre la notte, mi sono venute le lacrime e respiravo un senso di pace tanto da sentirne il rumore. Ho letto la disperazione e il dolore. Ho guardato con gli occhi di chi riportava i fatti da un luogo di morte, odori e crudeltà che dovevano restare nascosti. Sono stata Marta che si dava una possibilità e sono stata Paola, che in un respiro lungo una notte, ha fatto a botte con i propri fantasmi e poi ha celebrato la vita bevendo champagne e guardando il mare. Dolce, poetico, triste e sincero, durante la lettura del libro mi sono sentita coccolata”.

Il protagonista è Paolo nel corso di una notte da attraversare. Una notte lunghissima, dove i ricordi tornano a galla e sono ricordi dolorosi.

Oltrepassarla significa sconfiggere i fantasmi del passato, andare oltre e vivere, altrimenti sarebbe stato come schiantarsi e far finire tutto. Marta era andata via senza un vero motivo e lui stava sperimentando il dolore pervicace generato dall’abbandono. Quando era assorto su queste riflessioni, a bordo dell’auto lanciata verso una meta indefinita, una voce familiare proveniente dalla radio, lo riporta indietro nel tempo, quando si trovava prima nella Bosnia Erzegovina e successivamente in Albania come inviato e aveva conosciuto gli orrori causati dalla guerra.

La sua mente, incapace di arginare il fiume di ricordi che vi affluivano senza sosta, materializzava volti e fatti accaduti allora con estrema nitidezza. I ricordi della guerra bosniaca e di quella civile albanese si alternavano con quelli di Marta in un continuum di dolore crescente, acuito dal senso di vuoto stringente che gli serrava le viscere. Solo il pensiero di Dio riusciva a colmarlo, seppure per brevissimi istanti, e lui a quel pensiero si aggrappava disperatamente per non morire. A popolare la sua mente erano i volti tristi di Drina e Regep che in quel conflitto avevano perso tutto, di Aroon, dei morti nelle stragi di Sarajevo, o dei cadaveri orrendamente mutilati e riesumati da una fossa comune, che lui aveva documentato insieme al fotografo Stefano Bini, suo collega e amico. A quei volti, improvviso e beffardo, si sovrapponeva quello di Marta sorridente, gelido, ammiccante, sfuggente. Lei era lì, appena oltre la scogliera dove, condotto da un destino al quale non era potuto sfuggire, Paolo era arrivato. Lì, davanti al mare in tempesta, forse tutto si sarebbe compiuto.

Gian Piero Pinna

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