“Il piano di Berlino per uscire dall’euro”: la bomba del consigliere del premier

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prodiIl crollo dell’euro? Potrebbe iniziare dal più insospettabile dei Paesi: la Germania. A sostenere la teoria non è un pazzo visionario, bensì l’economista francese Gael Giraud, 45 anni, fidatissimo consigliere diFrancois Hollande. Insomma, un “luminare” dell’economia transalpina. Giraud afferma, senza giri di parole: “So che si sta delineando un piano B, che consentirebbe ai Paesi del Nord Europa di creare una nuova moneta”. Dunque, Berlino e i Paesi del nord sarebbero pronti ad abbandonare la moneta unica: una bomba, vera e propria.

La promessa – La frase “incriminata” di Giraud si trova nella parte conclusiva di un’intervista che ha rilasciato a Sette, il settimanale delCorriere della Sera. Giraud è un padre gesuita, e dirige la ricerca economica dell’Agence Francaise de Dévelopement, di cui è direttore dallo scorso giugno. L’economista aggiunge: “I politici di Berlino hanno fatto una promessa ai tedeschi: non pagheremo per i greci, gli italiani, gli spagnoli, i portoghesi o i francesi. Si sono però resi conto che finché la Grecia resterà nell’euro, sarà impossibile mantenere la promessa. Così – prosegue -, se non si riesca ad estromettere dall’euro i Paesi del Sud, la Germania, l’Austria e i Paesi Bassi potrebbero decidere di uscire dalla moneta unica e creare qualcos’altro”.

“Questione di sopravvivenza” – Giraud non specifica se il “piano B” lo ha appreso direttamente da Hollande, ma l’ipotesi pare verosimile. L’economista prosegue nell’analisi, sostenendo che “per quanto riguarda la riforma dell’euro so bene che si tratta di un lungo processo, ma potremmo immaginare una coalizione di Paesi del Sud – Francia, Italia, Spagna, Grecia, Portogallo – che potrebbe presentare una proposta di riforma. È difficile – rimarca – far lavorare insieme Hollande, Rajoy, Renzie l’attuale governo greco, ma allo stesso tempo si tratta di una questione di sopravvivenza per l’Europa”. Tesi, quelle di Giraud, simili a quelle degli euroscettici, che ipotizzano un’Europa federale ma senza governance tedesche, cancellando così le politiche di austerità.

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