Alessandro Colangeli, executive chef e consulente internazionale di cucina Italiana, e i problemi della ristorazione a causa del Coronavirus

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Alessandro Colangeli, executive chef e consulente internazionale di cucina Italiana, da anni stabilitosi in quel di Alghero, nonostante la sua esperienza internazionale, che lo ha portato ad esercitare la sua professioni in tanti Paesi del mondo, dove ha ottenuto molti riconoscimenti e soddisfazioni, è sempre alla ricerca di una cucina di classe, con l’utilizzo sistematico di prodotti di alta qualità. Nonostante la sua competenza e grande preparazione, è sempre rimasto fedele al suo convincimento che in cucina il compito dei cuochi è quello di trasformare materie prime in sano cibo.

Approfittiamo della grande esperienza di questo personaggio della gastronomia internazionale e gli chiediamo di esprimerci il suo punto di vista, a proposito dei danni provocati dal Coronavirus al Turismo e alla ristorazione in genere.

Ecco cosa ci ha risposto: “Il COVID-19 ha indubbiamente indebolito il mercato della ristorazione, le riaperture saranno lente e con un target più locale che turistico. Tutto questo sfascio provocherà anche una forte riduzione della capacità contrattuale dei pochi e fortunati addetti che saranno chiamati a lavorare nei ristoranti che riapriranno. Per esempio, ipotizziamo quale potrebbe essere la prospettiva per un Cuoco Capo Partita, la paga sindacale, prevede € 1400,00 circa, per 6,40 ore al giorno, ma sappiamo tutti che nella ristorazione, le ore effettive ammontano a una media di 10/12, quindi, suddividendo i € 50 al giorno per le 12 ore di lavoro effettivo, vediamo che la paga oraria, si riduce a € 4,20 all’ora, ammesso però, che ci sia la possibilità di usufruire del giorno di riposo, in caso contrario sarebbero € 3,80 all’ora. Tutto questo, non è assolutamente ammissibile. Il professionista qualificato, è il “motore” dell’azienda di ristorazione. Un qualsiasi operaio addetto alle pulizie, in un’altra tipologia aziendale, guadagna una media di € 10,00 l’ora. Bisogna reagire e dire basta a questo sfruttamento ingiustificato. Il mercato del lavoro nella ristorazione, è vero che ha subito un pesante contraccolpo a causa del COVID-19, ma adesso vogliono sfruttare la “fame di lavoro”, per assumere con “paga sindacale” e far fare sempre più ore, anche perché avranno la scusa che devono impiegare meno personale, con le restrizioni attuali a causa delle piccole cucine, ma a questo punto, allora è meglio che gli Chef vadano tutti a pulire il mondo per qualche euro in più, se non altro daranno un grosso contributo all’ambiente, facendo un orario decente”.

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