Per combattere l’evasione fiscale il governo punta sulla riffa: una lotteria con ricchi premi e cotillon da abbinare agli scontrini fiscali. L’idea di incassare una vincita, sia essa in contanti, in caramelle, o una cena con la Boschi o con Alfano (dipende dai gusti) dovrebbe funzionare come incentivo a richiedere lo scontrino per qualsiasi tipo di compravendita: dal caffè al bar al pane dal fornaio o all’auto dal concessionario.
L’asso nella manica del ministero dell’Economia per arginare la piaga dell’evasione fiscale è stato annunciato dal viceministro Luigi Casero, competente proprio sulle questioni tributarie. L’idea «meravigliosa» annunciata in un intervista al Corriere della Sera non è né nuova né originale ed è già stata accarezzata da questo esecutivo in un paio di occasioni. L’ultima quando a proporla, circa un anno e mezzo fa, fu la Grecia, inserendola tra le proposte che avrebbero dovuto convincere l’Europa a sbloccare gli aiuti finanziari. A lanciarla senza alcun successo l’allora ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, che prendeva a modello un sistema già operativo in Portogallo e in Cina simile al Gratta e Vinci. Lo scarso successo dell’iniziativa probabilmente indusse il governo italiano a lasciar perdere. Ora però il viceministro la riporta alla ribalta. Un scelta che è difficile leggere come un segnale positivo visto che fino ad ora quasi tutti i paesi che l’hanno messa in pratica stavano attraversando una grave crisi economica. Insomma stanare gli evasori con la lotteria appare inevitabilmente come l’ultima spiaggia.