Carlo Acutis: il primo beato ad aver avuto un profilo social su Facebook

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Carlo Acutis proclamato beato dalla Chiesa. La Messa con il rito di beatificazione è stata celebrata ieri alle 16.30 ad Assisi, nella Basilica superiore di San Francesco. Carlo Acutis è morto nel 2006, a 15 anni,  per una leucemia fulminante. Una morte di quelle che lasciano straziati i familiari – Carlo era figlio unico – e storditi amici e conoscenti, per l’età e la velocità degli accadimenti, intercorsero pochissimi giorni tra la diagnosi e il decesso. È il primo «millennial» a ricevere gli onori dell’altare: la sua salma è stata composta e poi esposta al pubblico in tuta e scarpe da ginnastica.

Il giovane Carlo Acutis è il primo beato ad aver avuto un profilo social su Facebook, attraverso il quale ha dato testimonianza della sua fede: raccontava di sentire la presenza di Gesù «come un amico e «una persona viva».

Carlo Acutis è nato a Londra nel 1991 e visse a Milano. Per molti aspetti simile a tutti i suoi coetanei, con impegni scolastici, amici e vari interessi, ha unito però la passione per internet con la sua forte fede. Carlo utilizzava infatti la rete per aiutare il prossimo e testimoniare il suo credo. Morto giovanissimo a causa di una leucemia fulminante nel 2016, aveva solo 15 anni, ma aveva già messo al centro della sua vita, Gesù. Riconoscendo la sua forte fede e il suo operato, Papa Francesco lo ha dichiarato venerabile nel 2018.

Nonostante il suo moderno approccio e utilizzo della tecnologia, così facile ai giovani, Carlo metteva in guardia i suoi amici e se stesso da un utilizzo esagerato della stessa. Cellulari e computer sono sì mezzi utili ma se non usati con parsimonia e buon senso nascondono pericoli. Una frase di Carlo, che lo stesso papa Francesco ha voluto sottolineare, è: “Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”. Un messaggio forte, che voleva mettere in guardia dalle insidie che lo smodato sfruttamento delle tecnologie moderne può celare.

Una fede al passo con i tempi, quella di Carlo Acutis, che si rifletteva nella sua vita quotidiana. Sua madre, Antonia Salzano, racconta di come aiutasse la signora che andava a casa loro per stirare, se si accorgeva che il lavoro era troppo. Non voleva farle prendere i mezzi per tornare a casa da sua figlia troppo tardi. Anche se non sempre ne aveva voglia, aiutava molto in casa, tenendo in ordine la sua stanza e talvolta occupandosi di altre faccende. Era amico dei portieri del suo stabile e di quelli del quartiere in cui viveva. Aiutava con quello che aveva, impiegando i suoi risparmi per comprare sacchi a pelo ai senza tetto, e gli portava da mangiare. Ecco come un giovane qualsiasi ha iniziato i suoi passi verso la beatificazione, mettendo al centro delle sue attività quotidiane, la misericordia e la benevolenza che Gesù ci ha insegnato. Eucarestia come maestra di vita.

La madre ha raccontato che il figlio adolescente andava a prestare conforto, nel tempo libero, ai senzatetto di Milano. Ha inoltre spiegato che Carlo non si accostò alla fede per merito dei genitori ma per una naturale predisposizione: “In vita mia – racconta la mamma di Carlo – ero stata in chiesa solo tre volte: prima comunione, cresima, matrimonio. E quando conobbi il mio futuro marito, mentre studiava economia politica a Ginevra, non è che la domenica andasse a messa. Ma c’era in lui una predisposizione naturale al sacro. A 3 anni e mezzo mi chiedeva di entrare nelle chiese per salutare Gesù. Nei parchi di Milano raccoglieva fiori da portare alla Madonna. Volle accostarsi all’eucaristia a 7 anni, anziché a 10».

Il miracolo che la Chiesa gli attribuisce – spiega ancora la madre – “accadde in Brasile nel settimo anniversario della morte, il 12 ottobre 2013, a Campo Grande. Matheus, 6 anni, era nato con il pancreas biforcuto e non riusciva a digerire alimenti solidi. Padre Marcelo Tenório invitò i parrocchiani a una novena e appoggiò un pezzo di una maglia di Carlo sul piccolo paziente, che l’indomani cominciò a mangiare. La Tac dimostrò che il suo pancreas era divenuto identico a quello degli individui sani, senza che i chirurghi lo avessero operato. Una guarigione istantanea, completa, duratura e inspiegabile alla luce delle attuali conoscenze mediche”.

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