Prosegue in rete laseconda parte di Creuza de Mà, il festival di musica per cinema diretto dal regista Gianfranco Cabiddu che, dopo la prima tranche di fine agosto a Carloforte, riprende e completa online fino a domenica 1 novembre il cammino della sua edizione numero quattordici.
Domani – sabato 31 ottobre – la seconda giornata si apre alle 10.30, con un nuovo appuntamento del Campus Musica e Suono per Cinema, il programma didattico che Creuza de Mà porta avanti in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma: un progetto speciale di Alta Formazione promosso dalla Regione Autonoma della Sardegna con la Fondazione Sardegna Film Commission, aperto agli allievi dei corsi di Regia, Montaggio e Suono del CSC e agli studenti del corso di Laurea Magistrale in Scienze della produzione multimediale dell’Università di Cagliari. In streaming sulla pagina facebook del festival si potrà seguire un incontro sul tema del lavoro della registrazione musicale, di montaggio e mixaggio di suoni e musica, in compagnia di quattro specialisti del settore: Marti Jane Robertson, sound engineer americana da tempo trapiantata nel capoluogo sardo (dove tre anni fa ha aperto una sala di ripresa), il cagliaritano Michele Palmas, tecnico del suono e fonico di sala dall’esperienza ultratrentennale, Antonio Ferraro, anche lui tra i fonici più accreditati nel panorama isolano, e il calabrese Gaetano Musso, fonico di missaggio con oltre cento titoli all’attivo, tra film, documentari, corti, serie televisive e progetti sperimentali. Conduce e coordina la discussione il musicista e musicologo Riccardo Giagni.
Nel pomeriggio, a partire dalle 14.30, prosegue invece il focus sul lavoro del regista Francesco Cabras: in visione su YouTube, come sempre previa prenotazione via mail all’indirizzo creuzademafestival@gmail.com, un’ampia rassegna dei suoi videoclip musicali per gruppi come l’Orchestra di Piazza Vittorio, l’Orchestra Almar’à, i North Sentinel (la band di cui lo stesso Cabras è membro), e per artisti come Sergio Cammariere, Caparezza e Max Gazzè, questi ultimi co-diretti ancora una volta con Alberto Molinari, così come anche i due documentari in programma sempre domani (sabato 31). “Piccole aragoste crescono“, del 2014, è la storia di un piccolo miracolo ambientale avvenuto nel mare della Sardegna; protagonista Gianni Usai, ex operaio della FIAT che, abbandonata Torino, torna nell’isola per fare il pescatore e mette in piedi una cooperativa dedicata alla pesca delle aragoste puntando su una scommessa impegnativa: provare a vivere del mare senza ucciderlo. Così, negli anni ’90, insieme al professor Angelo Cau, avvia con l’Università di Cagliari il primo progetto di ripopolamento sostenibile dell’aragosta rossa nel Mediterraneo che produrrà risultati sorprendenti, tanto da far nascere nuove zone di ripopolamento in tredici diverse aree della Sardegna.
Di ambientazione simile l’altro documentario di Francesco Cabras e Alberto Molinari in visione domani (sabato 31): attraverso le voci di pescatori, ambientalisti, ricercatori e artisti, “Anche i pesci piangono”, del2018, narra la storia dell’Adriatico, un mare che ha sempre custodito un grande patrimonio di ricchezza e biodiversità ma che oggi si ritrova impoverito a causa della pesca eccessiva. Il film è un ritratto avvincente ed evolutivo sul come sia possibile ancora tutelare il mare e rendere sostenibili le attività che dipendono dell’Adriatico. I racconti sono scanditi da una sorta di coro greco affidato alle voci di Dario Muci e Rachele Andrioli, che interpretano dal vivo brani legati poeticamente al mare.
Mare e pesca anche nel terzo lavoro in programma domani sera (sabato 31): “Il clan dei ricciai”, scritto e diretto da Pietro Mereu nel 2016, è la storia di un gruppo di pescatori di ricci di mare cagliaritani che in passato hanno avuto problemi con la giustizia. Gesuino Banchero, il capo di questo “clan” è disposto a dare a questi uomini un’altra occasione per vivere la loro vita in modo onesto e integrarsi nella comunità: uomini che, indipendentemente dalla loro storia difficile e intensa, sono stati in grado di preservare i propri valori. A fare da colonna sonora al documentario, le “Canzoni di malavita” di un’autentica icona del rock sardo: Joe Perrino.
Creuza de Mà chiude la sua edizione numero quattordici domenica primo novembre con una giornata all’insegna di Ennio Morricone che si snoderà secondo un percorso ideato e curato da Gianmarco Diana, musicista, autore e compositore con i gruppi Siki (ex Sikitikis), Dancefloor Stompers e vari progetti legati alla musica da colonna sonora e alle sonorizzazioni live di pellicole cinematografiche, nonché ideatore e conduttore del format web-radio “CinematiCA – Suoni da e per il Cinema”. Fruibile in diretta streaming sempre attraverso la pagina facebook del festival a partire dalle 10.30, la mattinata propone una tavola rotonda in cui l’opera del grande compositore, scomparso lo scorso luglio, verrà analizzata e raccontata nelle sue diverse sfaccettature attraverso ascolti guidati e gli interventi e i ricordi di un parterre di ospiti legati a Morricone per studi, ricerche o direttamente per la musica: il regista Gianfranco Cabiddu, i professori Antioco Floris, Ignazio Macchiarella e Antonio Trudu, docenti dell’Università di Cagliari che il 31 marzo di vent’anni fa conferì la Laurea Honoris Causa al grande compositore; e poi ancora i musicisti Luigi Frassetto, Andrea Schirru, Emanuele Contis, Matteo Muntoni e il violinista Simone Pittau, che con Morricone ha avuto modo di collaborare a lungo.
Poi, a partire dalle 14.30, l’ultimo filmato in programma (fino alle 23), sempre attraverso la consueta modalità con prenotazione via mail all’indirizzo creuzademafestival@gmail.com: un documentario del 1978 di Folco Quilici con musiche di Ennio Morricone dedicato alla Sardegna, tratto dalla serie “L’Italia vista dal cielo”, che attraverso suggestive riprese dall’alto, cerca di proporre un’immagine a tutto campo dell’isola. Si va dall’Ardia di Sedilo alla sagra di Sant’Efisio a Cagliari, da Nuoro con la statua del Redentore a Sassari con il suo Duomo, da Alghero a Olbia e alla Costa Smeralda col suo turismo d’élite; e poi le Domus de Janas, il Toro di Bonorva, il villaggio di Barumini, Tharros, Nora, il Castello di Acquafredda a Siliqua, Capo Testa e la Basilica di Saccargia, la Sartiglia di Oristano, lo stagno di Cabras, Sant’Antioco con la pesca dei tonni. In chiusura, un appello alla salvaguardia della natura e della fauna tipica dell’isola: i mufloni, il grifone, la foca monaca e i cavallini della Giara di Gesturi.
La quattordicesima edizione del festival Creuza de Mà – Musica per cinema è organizzata dall’associazione culturale Backstage con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, e Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio), del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Comune di Cagliari (Assessorato alla Cultura e Spettacolo) e della Fondazione di Sardegna, con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission e del CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia Scuola Nazionale di Cinema per il progetto CAMPUS.
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