363^ Festa di Sant’Efisio: un trionfo di colori tra fede e tradizione

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363^ Festa di Sant’Efisio. Cagliari è  stata attraversata questa mattina da un corteo di migliaia di persone in abiti tradizionali, venuti a rendere omaggio a Sant’Efisio da tutta la Sardegna.

Sant’Efisio 2019. Foto dal gruppo Facebook “Festa di Sant’Efisio”

Ogni primo maggio da ben 363 anni,  la statua di Sant’Efisio ripercorre la strada per raggiungere la località sulla costa dove avvenne il suo martirio. La vestizione del santo e la messa si svolgono nella chiesetta a lui intitolata, nel quartiere di Stampace a Cagliari. La processione raggiunge il culmine in via Roma,  dove la strada viene ricoperta da un tappeto di petali di rose, sa ramadura, che riempie l’aria di  fragranze primaverili. Dopo alcune soste la processione arriverà a Nora il giorno successivo. Sant’Efisio farà ritorno a Cagliari il quattro maggio ripercorrendo lo stesso tragitto dell’andata. Una processione di 65 chilometri, una delle più antiche e lunghe del mondo, che tocca l’animo di chiunque vi si trovi immerso.

Sa Ramadura. Sant’Efisio 2019. Foto dal gruppo Facebook “Festa di Sant’Efisio”

La  festa di Sant’Efiso è un appuntamento fisso per i sardi e i turisti, con i colori dei costumi,  il suono delle launeddas e de is goccius. L‘emozione si è  rinnovata ancora una volta stamane a Cagliari.

Sant’Efisio 2019. Foto dal gruppo Facebook “Festa di Sant’Efisio”

La storia. In principio fu una promessa solenne, fatta l’11 luglio 1652 dalla municipalità di Cagliari al suo protettore. Da allora è stata onorata ogni primavera, con devozione e gratitudine. Anche sotto i bombardamenti del 1943. L’intercessione di Efisio fu invocata per far cessare la peste, che nel XVII secolo devastava la città. Grazie al suo intervento le piogge placarono l’epidemia. Efisio, nato in Asia Minore nel III secolo d.C, fu ufficiale dell’esercito romano. Secondo la tradizione, si convertì in seguito alla visione di una croce splendente nel cielo e sentendo la voce di Cristo che lo rimproverava per la sua missione sanguinaria. Di stanza in Sardegna, mentre i suoi soldati combattevano i barbari, divenne difensore del cristianesimo, disobbedendo a Diocleziano. L’imperatore ne comandò il martirio nel 303 d.C. Prima di essere giustiziato, come estremo atto di fede, promise di proteggere per sempre Cagliari e i suoi cittadini.

 

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