Scontro tra Israele e Hamas a Gaza: è stata una notte molto agitata con oltre 200 razzi sparati dalla Striscia verso Gerusalemme e Ashkelon (città di circa 160mila abitanti vicino Gaza), 140 obiettivi palestinesi colpiti da Israele nella Striscia, 15 militanti di Hamas uccisi, secondo quanto riporta la Difesa israeliana, combattimenti, morti e feriti. Hamas chiede lo stop immediato degli attacchi israeliani: «Abbiamo lanciato razzi contro Ashkelon dopo un attacco israeliano che ha colpito una casa a ovest di Gaza City. Se Israele continuerà ad attaccare, trasformeremo Ashkelon in un inferno», afferma il portavoce dell’ala militare di Hamas, Abu Ubaidah. Fonti palestinesi parlano di 24 vittime tra cui 9 bambini, e 130 feriti. Israele registra 6 persone rimaste ferite dai razzi lanciati da Gaza contro Ashkelon, cittadina costiera non lontano dalla Striscia. I razzi hanno colpito un edificio: in un appartamento il capofamiglia – secondo i media – è stato ferito in modo grave, mentre la moglie ed i loro due bambini in maniera leggera. In un altro appartamento, ad essere state ferite sono due persone. Tutti sono stati ricoverati in ospedale. Il conflitto è esteso in tutta la zona sud di Israele dove in queste ore suonano le sirene e le autorità hanno invitato i residenti a rimanere a casa e vicino ai rifugi antiatomici.
Target – Tra gli obiettivi individuati e colpiti da Israele, riferisce l’IDF, ci sono fabbriche e depositi di armi, strutture di addestramento appartenenti ad Hamas e ad altri gruppi e una sala di controllo dell’intelligence di Hamas nel sud di Gaza. L’IDF dice che ha anche colpito due tunnel al confine con Israele e ha colpito la casa di un comandante di Hamas in un edificio a più piani.
Com’è cominciata – La tensione, dunque, si estende da Gerusalemme a Gaza. La svolta in questo conflitto c’è stata dopo l’irruzione della polizia israeliana nella moschea Al Aqsa a Gerusalemme e sta continuando visto che Hamas ha deciso di rispondere lanciando razzi da Gaza (non succedeva dal 2014). Hamas aveva chiesto l’immediato ritiro della polizia israeliana dalla Spianata delle Moschee (detta anche dagli ebrei Monte del Tempio) e dal quartiere Sheikh Jarrah (Gerusalemme est), quello dove è partito tutto e dove si aspetta una sentenza della Corte Suprema sullo sfratto di dozzine di famiglie palestinesi (una settantina di persone). Lo sgombero dovrebbe far posto a famiglie israeliane. (Il Mattino)