A Foras contro le navi militari attraccate al porto di Cagliari, in piazza il 2 giugno

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Ieri i militanti di A Foras sono andati al porto e hanno fatto sentire la loro voce contro la presenza delle imbarcazioni militari. L’azione di contestazione era finalizzata a denunciare l’assedio in cui si trova stretta la Sardegna in questi giorni e a chiedere ai comuni interessati, in primo luogo quello di Cagliari, di adottare decisioni ufficiali che neghino il consenso ai traffici militari nei propri territori. Nelle settimane scorse, inoltre, l’isola è stata oggetto della più importante esercitazione militare dell’anno, la Joint Stars 2019, che ha visto impegnati sul campo con manovre terrestri e aeree ed esercitazioni a fuoco più di 2 000 uomini delle forze armate italiane e statunitensi. A tutto questo si aggiungano le dichiarazioni del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, rilasciate dopo la visita all’aeroporto militare di Decimomannu.

A Foras – Contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna spiega la situazione attuale nel porto di Cagliari in una nota stampa:

Il porto di Cagliari
Nel momento in cui scriviamo si trovano nel porto di Cagliari due navi militari, battenti bandiera di paesi membri della Nato. Si tratta della FGS Werra, nave da rifornimento della marina militare tedesca e della Tajo, nave dragamine della marina militare spagnola. Nei giorni scorsi sono state inoltre avvistate navi della marina militare italiana, come la cacciamine Rimini. Ancor più grave la presenza in porto del cargo saudita Bahri Tabuk, cacciato dal porto di Marsiglia dove è stato accolto da proteste organizzate dai movimenti pacifisti e dallo sciopero dei lavoratori portuali. Il pericolo è che la nave abbia effettuato questa sosta – non precedentemente dichiarata – nel porto di Cagliari per caricare ordigni provenienti dalla RWM di Domusnovas e portarli in Arabia Saudita come già avvenuto in passato. Questi ordigni potrebbero essere impiegati nel sanguinoso conflitto portato avanti dai sauditi e dai loro alleati in Yemen. Per questo stamattina abbiamo deciso di contestare la loro presenza con un flash mob di fronte alle due navi militari attraccate al porto di Cagliari.

La Joint Stars 2019

Il mese di maggio ha visto impegnati in Sardegna più di 2 000 uomini delle forze armate italiane e del corpo dei Marines statunitensi, con la partecipazione di Olanda, Grecia e Libano, nell’ambito dell’esercitazione Joint Stars 2019. Scene da Apocalypse Now, con velivoli a bassa quota, esercitazioni a fuoco e lanci di paracaditisti, talvolta sbagliati con evidenti rischi per l’incolumità pubblica. La Sardegna è utilizzata come terreno d’addestramento tutto l’anno, ma la Joint Stars ha rappresentato il culmine delle attività per la stagione 2018/19. Tutto senza che nessuno abbia chiesto il consenso alle comunità interessate, tutto senza che nessuno abbia informato i cittadini su quello che avveniva precisamente.

Le dichiarazioni del ministro e la sudditanza della Regione

La Trenta ha definito le esercitazioni «irrinunciabili per garantire l’efficienza e l’efficacia delle nostre Forze armate». Tradotto, significa che secondo il Ministero non c’è alcuna prospettiva per la Sardegna, di porre fine all’occupazione militare che va avanti da decenni, con grave pregiudizio dello sviluppo economico e sociale delle comunità e dei territori coinvolti e con rischi per la salute e l’ambiente che sono stanno venendo certificati anche in sede giudiziaria. Impressiona la sudditanza del presidente della Regione che, in questa situazione di vero e proprio assedio militare per la Sardegna, non trova niente di meglio che “celebrare”, per l’ennesima volta, la cosiddetta cessione di alcune spiagge dal demanio militare a quello regionale. A Foras ha già più volte denunciato come queste cessioni siano in realtà una farsa, dato che quelle spiagge sono frequentate da anni e che durante il periodo di esercitazione si trovano a pochi metri da dove sparano soldati, aerei e mortai.

La questione uranio

Inoltre il ministero della Difesa ha spacciato come grande risultato il riconoscimento della malattia per cause di servizio ai militari che hanno contratto tumori e linfomi a seguito del contatto con materiale radioattivo in scenari operativi. Tuttavia, e non è un caso, nelle dichiarazioni della ministra Trenta non si fa alcun riferimento ai militari che si sono ammalati nei poligoni sardi e tantomeno si spende una sola parola per i civili che, a contatto con materiale contaminato nel circondario di Quirra e di Teulada, si sono ammalati o sono morti. Niente di casuale, il Ministero non vuole riconoscere i rischi e i pericoli dell’occupazione militare della Sardegna e questo perché, come dichiarano da anni, l’isola gli serve per esercitarsi.

La manifestazione del 2 giugno

Quest’assedio, i cui contorni sono stati delineati nelle righe precedenti, deve essere spezzato. Per questo rilanciamo l’appuntamento di domenica 2 giugno, alle ore 10:00, per la terza edizione dell’A Foras Fest, il corteo sardo contro l’occupazione militare e ribadiamo le nostre richieste:

La guerra nel golfo deve finire: non vogliamo più carichi di bombe dal Porto Canale o dal Porto di Olbia, non vogliamo più esercitazioni sul fiume Temo a Bosa, stop all’attracco di navi militari nei porti cittadini, basta al passaggio di mezzi militari e carri armati nelle città e nei paesi della Sardegna;
Chiediamo al comune di Cagliari, di Sant’Antioco, di Bosa, di Olbia, di Siniscola e alle autorità portuali di prendere posizione ufficialmente contro il passaggio dei mezzi, l’attracco e l’utilizzo di ampie fette di mare e fiumi per fini militari. Non ci facciamo ammaliare dagli accordi truffa firmati da Regione e militari che con una mano restituiscono mezza spiaggia al demanio pubblico, mentre con l’altra aumentano gli spazi di addestramento, senza che le istituzioni e i cittadini abbiano voce in capitolo. Da Pula a Muravera, passando per Capo Comino e Prato Sardo dobbiamo impedire che il territorio sia sacrificato alle esercitazioni militari;
STOP alle ESERCITAZIONI militari, DISMISSIONE di TUTTI i POLIGONI; avvio di BONIFICHE integrali;
RISARCIMENTI per tutti i danni (demografici, economici alla salute e all’ambiente) subiti in 60 anni di occupazione militare, e utilizzo degli stessi per l’avvio di ALTERNATIVE ECONOMICHE etiche, sostenibili e legate alle risorse dei territori;
RICONVERSIONE a uso civile di tutti siti militari, dalle CASERME dei POLIGONI a quella di Pratosardo, e della fabbrica di bombe RWM di Domusnovas;
STOP ai nuovi progetti sui poligoni DUAL USE (civile-militare);
STOP ai progetti di ampliamento e ammodernamento dei poligoni, come il Sistema Integrato per l’Addestramento Terrestre (SIAT):
Revoca degli accordi dell’Università di Cagliari con il comando militare della Sardegna e con le università israeliane complici del massacro del popolo palestinese. Revoca della convenzione tra Università di Sassari ed Esercito Italiano. Fine di ogni rapporto degli atenei sardi con aziende coinvolte con lo sviluppo bellico. Avvio di ricerche e corsi di studio su bonifiche e riconversioni di siti militari;
Annullamento dell’accordo tra Regione Sardegna e Ministero della Difesa sulle servitù militari;
Cessazione di ogni tipo di collaborazione sia civile che militare tra la Regione Sardegna e governi (come quelli di Arabia Saudita, Turchia, Qatar, USA e Israele) che promuovono guerre di aggressione negli stati senza pace.
Di seguito la lista dei partiti e delle associazioni che hanno formalizzato la loro adesione al corteo organizzato da A Foras – Contr’a s’ocupatzione militare de sa Sardigna.

– Acordu
– Associazione Anima Libera
– Assotziu Consumadoris Sardigna Onlus
– Autodeterminatzione
– Caminera Noa
– Circulu Indipendentista Hugo Chavez
– Cobas Scuola Sardegna
– Collettivo Comunista (marxista- leninista) di Nuoro
– Comitato Carlofortini Preoccupati
– Confederazione Sindacale Sarda
– Fronte della Gioventù Comunista
– Liberu – Lìberos Rispetados Uguales
– Liberatzione
– Movimento per la Decrescita Felice – Cagliari
– Non Una di Meno – Cagliari
– Partito Comunista
– Potere al Popolo – Cagliari
– Potere al Popolo – Sardegna
– Sardegna Palestina
– Sardigna Natzione Indipendèntzia
– Ubrec

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