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A Tortolì scuole aperte nonostante lo stop della Regione

istruzione

Tortolì. La Regione Sardegna, pur essendo in zona gialla, ha stabilito di far rientrare gli alunni in classi il primo febbraio. Dopo la pubblicazione del Dpcm c’è chi ha deciso di far ritornare il 50% degli studenti in classe già da oggi. E’ il caso, forse unico nell’Isola, dell’Istituto Ipsia, Agrario, Nautico, Alberghiero e SocioSanitario Ianas di Tortolì.

Ieri il dirigente scolastico Gian Battista Usai ha anche scritto al prefetto di Nuoro per comunicare il riavvio delle lezioni in presenza per circa 400 degli 800 studenti divisi nei vari plessi scolastici del capoluogo ogliastrino.

“La scelta dipende esclusivamente dal Dpcm – spiega all’ANSA il dirigente scolastico – mentre l’ordinanza regionale è un solo atto amministrativo”. Insomma, una decisione legata alla gerarchia delle fonti del diritto.

Nella circolare interna pubblicata sul sito dell’istituto si ringrazia tutto il personale “per la collaborazione” e si ricorda “a tutti la necessità di seguire, se possibile in modo ancor più rigoroso, i protocolli di comportamento stabiliti dal Regolamento pubblicato sul sito dell’Istituto fra i quali l’uso continuo della mascherina, il distanziamento di almeno un metro e il ricorso sistematico al lavaggio o sanificazione delle mani”.

 “Tutti i ragazzi tornati a scuola stamattina hanno tirato un respiro di sollievo. Li ho visti liberati ma allo stesso tempo provati dai lunghi mesi passati a frequentare le lezioni della Didattica a distanza da un anno a questa parte”. Lo dice all’ANSA il vicepreside dell’istituto Ipsia Ianas di Tortolì, Franco Murgia, in merito al riavvio delle lezioni in presenza al 50% che di fatto sfida lo stop sino all’1 febbraio per le lezioni in classe per gli studenti delle superiori, decretato dall’ordinanza del governatore della Sardegna, Christian Solinas “Avevano bisogno di tornare alla normalità, cercano la socializzazione fisica non virtuale e di quest’ultima, soprattutto tra i giovani, c’è un eccesso, che non sopperisce granché sugli aspetti della relazione – aggiunge -. Stiamo rischiando di aprire una voragine sia sulla socializzazione di questi ragazzi che sulla loro cultura. Il nostro oggi, dopo mesi di chiusura, è stato un segnale – osserva – una mano tesa verso tutti quei giovani che stavano soffrendo per essere stati privati da troppo tempo della frequenza scolastica insieme ai loro compagni e ai loro professori”.

Il docente poi torna sulla decisione di far rientrare gli allievi in classe oggi sulla base del Dpcm nonostante l’ordinanza regionale: “Abbiamo preso atto del Dpcm arrivato dopo le disposizioni della Regione, e siamo stati confortati dalla deliberazione del Cts che definisce le nostre aree in zona gialla a rischio basso. D’altronde nella giurisprudenza degli ultimi mesi il ricorso al Tar di alcune scuole per riaprirle, è stato vinto dai ricorrenti. Così – conclude – siamo riusciti a tornare in aula oggi con tutte le misure sanitarie del caso che applichiamo in maniera rigorosa”.

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