La goccia che fa travasare il vaso è la nomina del nuovo amministratore delegato Salvatore Ledda, componente del Cda da marzo 2021 e ora eletto al vertice con una inaccettabile forzatura, un colpo di mano sul quale Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil esigono chiarezza.
Il vaso era già colmo, perché sono anni che i sindacati di categoria denunciano l’inadeguatezza nella gestione di una società che ha in mano il governo del bene pubblico acqua. Un bene prezioso a rischio, se si pensa che la concessione pubblica scadrà nel 2025 e le spinte verso una privatizzazione tolgono già il sonno a lavoratori, lavoratrici e sindacati per i riflessi che ciò potrebbe comportare a danno della collettività.
C’è più di una ragione a sostanziare la richiesta urgente di un incontro alla presidenza della Giunta da parte di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil. Intanto, quanto accaduto il 20 maggio, il giorno del colpo di mano: il cda si riunisce e, dopo tre anni trascorsi senza un amministratore delegato, a un passo dalla scadenza del mandato, elegge a maggioranza uno fra i tre componenti. Secondo le dichiarazioni alla stampa dello stesso Ledda, “è una funzione voluta dal consiglio di amministrazione e sostenuta dal collegio sindacale, per rendere più efficaci e tempestive le decisioni”.
Nel menù Società Trasparente del sito online Abbanoa non appare traccia formale, nei corridoi della società invece, gli echi del lungo e, pare, molto animato cda del 20 maggio, alimentano più di una preoccupazione. A darne voce e sostanza sono, appunto, i sindacati: “Fra pochi giorni l’assemblea l’Assemblea dei soci (composta da Regione e Comuni) si riunirà per discutere il bilancio 2023 e verrà ufficialmente sancita la conclusione del mandato di questo consiglio di amministrazione”, affermano i segretari regionali Francesco Garau (Filctem), Marco Nappi (Femca) e Pier Luigi Loi (Uiltec) sottolineando che “non c’era alcun motivo stringente per questa nomina, un atto apparentemente inutile e politicamente scorretto se si pensa che, come recita l’articolo 13 dello Statuto, è competenza dell’Assemblea dei soci nominare un nuovo Cda alla scadenza del mandato dell’attuale”.
Alla luce di questo varrebbe la pena sapere cosa pensano Regione e Comuni di quanto accaduto il 20 maggio. Di fatto, “la discussione è stata monopolizzata da questa nomina e i temi importanti, che interessano le lavoratrici e i lavoratori (in attesa da anni di risposte sulle loro condizioni di lavoro e sul riconoscimento delle loro professionalità) e, più in generale, le innumerevoli questioni aperte sulla gestione aziendale, ancora una volta sono stati trascurati”.
Oltre a questo, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil esprimono grande preoccupazione per il mandato in capo a Ledda: “Sarebbe interessante sapere quali deleghe sono state attribuite al nuovo amministratore, che impatto avranno sui conti, sul piano industriale e sul futuro della società. Val la pena ricordare che per Statuto questi temi sono in capo all’Assemblea dei soci ed è quindi necessario scongiurare ogni possibilità che venga depotenziata la normale dialettica dei rapporti tra Cda e Assemblea e il ruolo stesso degli azionisti, Regione e Comuni, che sono chiamati a definire il futuro piano industriale con ricadute, oltre che su 1200 lavoratrici e lavoratori, sull’intera collettività che usufruisce del servizio.
Per tutte queste ragioni, secondo i sindacati è necessario un intervento celere, importante e puntuale da parte della Regione e dei Comuni interessati. “Il futuro di Abbanoa e della gestione dell’approvvigionamento idrico in Sardegna – concludono Garau, Nappi e Loi – deve restare in mano pubblica, garantire un servizio efficiente per i cittadini e rispettare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che quotidianamente svolgono la loro attività con dedizione e professionalità”.