
L’accusa a danno del prelato è gravissima: due seminaristi hanno denunciato di essere stati vittime di ‘episodi a sfondo sessuale da parte di colui che esercita le funzioni di vescovo della diocesi di Oran’, a partire dal 2017 all’interno del seminario Juan XXIII.
A fine dicembre 2018, il giornale argentino El Tribuno aveva scritto che tre sacerdoti avevano mosso accuse di abuso di potere, economico e sessuale contro il vescovo Zanchetta dinanzi al Nunzio apostolico a Buenos Aires.
Si apprende che il vescovo Gustavo Oscar Zanchetta che dal 2015 risiede in Vaticano a Santa Marta ed è stato nominato dal Papa consigliere di Apsa, l’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica, pare non sia stato collaborativo con la magistratura argentina, non abbia risposto a ripetute telefonate e email inviategli al fine di procedere alla notifica degli atti processuali; è poi notizia recentissima di queste ore, il mandato di cattura internazionale emesso della magistratura argentina nei confronti del vescovo Zanchetta e giunto dopo prolungate indagini.
Il Vaticano forse sapeva in via informale, sta di fatto che Papa Bergoglio ha convocato monsignor Zanchetta per chiedergli conto di immagini oscene ed inappropriate e lui si è giustificato dicendo che il suo cellulare era stato violato, e che c’erano persone che volevano danneggiare l’immagine del Papa.
Il Pontefice nello scorso maggio aveva – per via degli addebiti mossi al vescovo – autorizzato nei suoi confronti il processo canonico, concluso il quale il prelato se ritenuto colpevole, tornerà allo stato laicale.
Alberto Porcu Zanda
