In Italia arrivare alla pensione, da qualche anno è già una fortuna. Con un numero elevato di pensioni basse e da fame, la vita del pensionato in Italia può rivelarsi un vero inferno. Il costo della vita aumenta ma le pensipni rimangono basse. Un quadro sconfortante che da circa 3 anni ha portato a una soluzione per molti: trasferirsi all’estero!
E si, i pensionati stanno scappando dall’Italia. Sono tanti i Paesi in cui si può vivere bene anche solo con 3-400 euro al mese, ad esempio il Costa Rica dove la pensione, seppur bassa, può essere rivalutata. Il fenomeno però non riguarda solo chi ha una pensione bassa, ma anche e soprattutto chi ha pensioni tra gli 800 e i 1200 euro, che in alcuni Paesi possono davvero vivere da nababbi. Mete particolarmente amate dagli uomini sono quelle dei Paesi dell’Est, Ucraina, Repubblica Ceca, Ungheria, Bulgaria, dove è più facile anche trovare una compagna per trascorrere gli anni della pensione in bellezza. Le donne, spesso in ricongiungimento con figli e nipoti trasferitisi all’estero, prediligono le mete solari,dall’europea Tenerife all’America Latina, quindi oltre il Costa Rica, il Brasile, il Belize. L’Ecuador, Santo Domingo. I due paesi più quotati sono Bulgaria e Tunisia. Un volo low cost e ci si rende subito conto che in Bulgaria tira proprio un’aria diversa. Nella capitale l’affitto di un trilocale, nuovo e completamente arredato non supera i 300 euro al mese; al ristorante di un grande albergo, se non si esagera con il vino, una cena completa non va oltre i 18 euro, ma mediamente si mangia con un massimo di 12 euro. I costi dell’energia elettrica e del gas sono ridotti a zero perché ritenuti servizi indispensabili che lo Stato deve offrire ai suoi cittadini. I pensionati poi non pagano proprio le tasse tanto che trasferendo la residenza si guadagna di colpo almeno il 30 per cento. Il ticket per una visita medica inBulgaria costa 1,5 euro, il consulto di uno specialista sui 15, una colf fissa 150 euro al mese. E l’assicurazione per qualsiasi tipo di auto costa solo 80 euro all’anno. Vivere, invece, da pensionato in Tunisia significa anche accrescere il valore della pensione: si paga un’aliquota dal 15 al 35 per cento, ma solo sul 20 per cento del reddito, l’altro 80 è esente e c’è anche un accordo che garantisce ai pensionati italiani una copertura medica totale, al pari di quella assicurata nei confini dell’Unione Europea.
Si stimano in 6.420 i pensionati trasferitisi negli ultimi 5 anni, con un’impennata di richieste nel 2014 di +65% che secondo i dati è arrivata ad un +70% nel 2015. Ma finalmente questo dramma sta per finire, perché a quanto pare, fra un po’ la pensione gli italiani non la vedranno neanche con il binocolo, quindi non potranno andare da nessuna parte e lo stato può dormire sonni tranquilli.